Indice articolo
Distribuzioni Linux per principianti 2023. In un panorama fin troppo ricco di scelte per cerca di avvicinarsi, ecco alcune delle più valide opzioni per scaricare un sistema operativo open-source, preparare un supporto, provarlo e anche installarlo, da solo o a fianco di Windows. E spesso cominciare una nuova vita di libertà!
Da dove partire
Distribuzioni Linux per principianti. Da dove partire?
Secondo me dovresti partire dal mio articolo Come orientarsi tra le distribuzioni Linux o vedere il video YouTube.
Ci ho investito molto e spero possa fare chiarezza per chi si avvicina a Linux per la prima volta. Diciamo che oggi do per acquisite informazioni che trovi lì.
Ritrovi l’argomento e non solo, anche nel mio ebook Un pinguino sulla scrivania.
Ubuntu e le mie derivate ufficiali preferite
Per essere oggettivi, non si può non partire da Ubuntu. Il sistema operativo basato su Linux ad oggi forse più noto. Ed è la capostipite delle distribuzioni Linux per principianti. Nasce nel 2004 su iniziativa dell’imprenditore sudafricano Mark Shuttleworth che fonda, nell’isola di Mann, Canonical Ltd. Lo scopo di Ubuntu è sempre stato quello di fornire un accesso facilitato a Linux ad utenti che cercano una alternativa al duopolio dei sistemi Microsoft ed Apple in computer fissi e portatili.
Canonical, vive di servizi, di soluzioni server e di dati di utilizzo tra cui le attività nello store Snap, è una specie di versione più moderna di Red Hat. Ha ingaggiato fior di programmatori per lavorare sul codice open-source di una storica distribuzione GNU/Linux: Debian. Quello delle versioni non ancora stabili secondo i rigidi canoni Debian. Ubuntu garantisce la presenza di utilità di installazione e di sistema, non presenti in Debian GNU/Linux e la compatibilità con un catalogo sempre più ampio di programmi aggiornati e installabili gratuitamente con un clic.
Ubuntu riscuote sempre più successo a partire dal rilascio di Windows Vista in primavera 2007. Prevede una edizione “principale” e altre c.d. derivate: sono una dozzina ma si distinguono per l’aspetto, il c.d. ambiente desktop cioè la gestione di finestre e per alcuni programmi fondamentali che possono differire tra le edizioni. Sono praticamente tutte le varianti possibili di aspetto che oggi Linux offra per un computer.
Canonical innova ma compie anche qualche passo falso che non ha giovato ad Ubuntu. Ricorda che per usare una edizione aggiornata di Ubuntu, dalla 20.04 in poi, servono un processore 2 Ghz meglio se dual core e non meno di 2 GB di RAM (meglio 4 per alcune varianti). Queste non supportano più architetture a 32-bit ma solo a 64-bit. E così tutte le derivate ufficiali e non che usano una base Ubuntu. E mi raccomando non usare un sistema operativo oltre il suo ciclo di vita perché è soggetto a problemi di sicurezza di pubblico dominio. Parlerò di distro a 32-bit in un prossimo video, simile a questo, sulle soluzioni Linux veramente leggere e pure a 32-bit.
Hai un problema con una edizione di Ubuntu? Wiki, documentazione ufficiale, forum della comunità impareggiabile e in italiano ovviamente sono impagabili. Fai attenzione alla versione che ti procuri in relazione alla durata del suo supporto. Come detto in Come orientarsi tra le distribuzioni Linux Ubuntu prevede una edizione LTS con aggiornamenti per 5 anni e le altre, c.d. intermedie ma più rapidamente aggiornate, per poco più di 6 mesi.
Ma è uno scherzo aggiornare il sistema a versioni successive, specie per le intermedie. Con estrema semplicità cui puoi pianificare tipo di aggiornamento e relativi controlli e hai già fatto molto per la tua sicurezza online con Linux.
Ubuntu edizione principale
La vera alternativa a Windows e MacOS la trovi con l’ambiente desktop GNOME adottato per la versione principale di Ubuntu. GNOME 43 fa bella mostra di sé nella versione 22.10 di Ubuntu. Una barra per aprire menu e programmi di uso frequente posizionata, per impostazione predefinita sul lato sinistro. Si guadagna spazio in verticale; un menu in cui cerchi programmi, impostazioni e file recenti a tutto schermo.
Tantissime migliorie nell’aspetto al file manager Nautilus le cui finestre sono progettate per adattarsi al meglio a qualsiasi risoluzione, nuove possibilità di ordinamento, funzioni di ricerca davvero raffinate e migliore fruibilità sotto tanti aspetti.
La dotazione software predefinita di Ubuntu e di diverse sue derivate ufficiali, include Firefox 106 e Thunderbird 102.3 per la posta e LibreOffice 7.4.
Trovi poi Rhythmbox per la musica, Totem per i video, Remmina come client di desktop remoto, Poi Cheese per l’accesso alla webcam, Shotwell per organizzare foto, qualche gioco e programmi e utilità immancabili. Un centro impostazioni sempre più ben fatto, articolato ma semplice, completano il quadro di una tra le migliori distribuzioni Linux per principianti.
Una installazione piuttosto leggera che personalizzi installando nuovi programmi. Gratuiti e in maggioranza open-source. Ubuntu, oltre ai tradizionali repositories di pacchetti, ha infatti un suo store, Snap, con accesso ad una quantità di software aggiornato e testato di ogni genere. Quasi tutti open-source perché ci trovi anche programmi proprietari come Skype e Chrome per dire.
Codec proprietari ma gratuiti, per riprodurre qualunque formato audio o video senza più pensarci, si includono con un segno di spunta durante l’installazione. Così come i driver grafici proprietari NVIDIA per sfruttarne l’accelerazione hardware per applicazioni video e 3D. Un clic ed un riavvio per applicare differenti versioni di driver NVIDIA. E ci sono sempre anche i driver open-source se NVIDIA abbandona il supporto per la tua scheda.
Ubuntu, negli ultimi tempi, compie un nuovo tentativo di introdurre una più moderna gestione di desktop e finestre, abbracciando la tecnologia Wayland. In sostituzione della assai longeva tecnologia basata sul server X. Evoluzione se non rivoluzione che si sta affermando piano piano ma che ancora porta con sé una serie di problemi per certe applicazioni.
Kubuntu
Se non apprezzi l’aspetto o l’impostazione grafica di Ubuntu e il tuo computer è recente, prova Kubuntu. L’ambiente desktop Plasma del team KDE è veramente all’avanguardia a livello grafico e viene aggiornato di continuo dal suo team. Non rimpiangi quello di Windows senza dubbi. Specie se sei abituato a Windows e di opzioni e personalizzazioni ne vuoi trovare in quantità, una distribuzione con desktop KDE può valere la pena.
Ho parlato degli ambienti desktop e di come installarne di supplementari. Ma spiego anche le ragioni per cui non credo che valga provare così un ambiente desktop a meno di non ritagliarsi l’installazione di una distro Linux, nativamente con quello, se prevede un online installer.
Tornando a Kubuntu, il team KDE, non meno del team dello storico progetto GNOME, sviluppa anche una lunga serie di programmi per la multimedialità, l’ufficio, la scienza e l’educazione apprezzatissime da tutti gli utenti Linux.
Il numero di condivisioni della immagine ISO di Kubuntu 22.10 nei canali torrent, dimostra che è la derivata ufficiale al momento più popolare ed entra quindi di diritto tra le migliori distribuzioni Linux per principianti.
Ubuntu MATE
Nutro profonda simpatia, l’ho detto più volte, per Ubuntu MATE tra le derivate ufficiali. Ha la sua nicchia di utenti affezionatissimi. Mi piace l’aspetto, anzitutto anche se mi viene istintivo impostarlo su un tema in stile Windows. Ho simpatia per Martin Wimpress, il responsabile del progetto e per come gestisce la comunicazione.
Circa l’aspetto Ubuntu MATE dispone poi di uno strumento di personalizzazione grafica eccezionale. Puoi passare con un clic da un aspetto simile a varie versioni di Windows, a quello di un Mac o a interfacce ottimizzate per schermi davvero piccoli. Uno strumento simile si trova nelle versioni a pagamento di Zorin OS di cui parlo dopo.
Ubuntu MATE porta con se il file manager, cioè il gestore grafico di file e cartelle, Caja. Apprezzato da sempre per leggerezza, efficienza, possibilità di personalizzazione ed espansione di funzioni. Ubuntu MATE si adatta anche computer meno recenti o dotati perché non ci sono effetti speciali preimpostati che richiedono potenza. L’aspetto però così com’è, risulta già gradevole e altamente personalizzabile. Se non ti basta cerca il pacchetto Compiz e scoprirai che livelli di personalizzazione puoi ottenere in un ambiente MATE.
La dotazione di software di Ubuntu MATE è la medesima di quella principale ma il suo store è molto rifinito e presenta solo una selezione dei migliori software. Sono corredati da una descrizione e da indicazioni dei software per Windows che sono adatti a sostituire. Se non ti basta questa selezione, puoi installare il centro software di ubuntu con i pacchetti snap e flatpak e la scelta diventa infinita.
L’aspetto è assolutamente amichevole anche frugando tra le impostazioni di sistema e varie opzioni di configurazione. Non è ostile ma davvero accogliente insomma! E la considero tra le migliori distribuzioni Linux per principianti.
Xubuntu, Lubuntu, Ubuntu Studio
Se vuoi provare Linux in un computer non proprio fulmine di guerra, chiunque ti consiglierebbe, forse anche prima dell’edizione MATE, Xubuntu, con il destop Xfce 4.16 ed il suo leggero ed espandibilissimo file manager Thunar. Poi Lubuntu, ancora più leggero sulle caratteristiche del computer, basato sul sistema grafico desktop davvero minimo LXQt.
Quelle citate sono le edizioni di Ubuntu più ricercate ad oggi, tutte distribuzioni Linux per principianti molto valide. Ma per un compromesso valido tra aspetto gradevole e leggerezza consiglio di provare l’edizione Budgie di Ubuntu. Da poco adottata nella famiglia delle derivate ufficiali, viene distribuita con l’ambiente desktop omonimo, leggero e gradevole, e preso in prestito dalla distribuzione Solus.
Infine se non hai dimestichezza con Linux ma ti occupi di grafica, fotografia, audio, video e vuoi scoprire il meglio che Linux offra oggi agli utilizzi professionali nelle applicazioni più complesse, allora segnalo Ubuntu Studio. Racchiude una quantità mostruosa di software e utilità per queste applicazioni. Fai un giro nel sito di Ubuntu Studio, potrebbe valere la pena scaricare una immagine ISO e preparare una chiavetta per provarlo.
Perché derivata e non originale?
Dario, perché derivata da qualcosa e non originale? L’ho spiegato in Come orientarsi tra le distribuzioni Linux. Riassumendo, ritengo che significhi garanzia di trovare comunque una distribuzione che non sparisce da un giorno all’altro. Che privilegi affidabilità a lungo termine con il minimo di manutenzione. Che offra un compromesso adeguato tra stabilità e disponibilità di aggiornamenti o supporto per nuovo hardware.
È vero che un esperto informatizzato, finisce spesso per preferire l’approccio puro e non derivato. Ma io parlo sempre e prima di tutto al principiante che è composto di ultrasessantenni quanto di diciottenni e con cui non dare per scontata alcuna nozione. Non ritengo un approccio puro a Linux tra i più facili. È vero che oggi, già dall’istruzione superiore ci si può avvicinare a Linux spesso in un ambiente puro. Ma se non sei giovane e non studi informatica, non penso vorresti dare un computer con Arch a tua zia. Anche nella recensione di Debian 11.1 con i miei consigli per superare alcuni ostacoli oggettivi, vi faccio riferimento.
Va riconosciuto che certi ostacoli con Ubuntu e derivate nel ramo Debian e in sistemi derivati come Manjaro, o Garuda per il ramo Arch, non ci sono. Sono stati semplificati anche per utenti che non siano sistemisti o esperti di Linux.
E diciamo a voce forte che il famigerato terminale e la riga di comando, nel 2023, non sono più indispensabili per mettere a punto un PC Linux e usarlo ordinariamente per fare di tutto. Per lo meno in distribuzioni Linux per principianti.
Non tutti quelli che desiderano Linux nel PC hanno l’età o l’inclinazione a dedicare al computer troppo tempo libero. Ma poi capita spesso che si prenda dimestichezza con alcuni comandi e si cominci a salvarli in un file di testo perché fanno cose favolose in un istante se li incolli in una finestra di terminale.
Vado infatti a consigliare altre derivate non ufficiali di Ubuntu per le stesse ragioni e per le aggiunte o modifiche alla base di Ubuntu che esse apportano.
Linux Mint 21.1
Parto da Linux Mint. Il mio sistema operativo principale da anni. Gli ho dedicato la maggior parte delle informazioni di questo blog e del canale YouTube. Ma non lo dico solo io che Linux Mint è tra le più adatte distribuzioni Linux per principianti. Nella stampa specializzata anche internazionale è facile trovare Linux Mint tra i consigli per i nuovi utenti. Stabilità, semplicità di installazione e messa in funzione e dispone già di tutti i programmi per soddisfare le esigenze più comuni. Tra cui anche software gratuiti ma proprietari, non open-source, per garantire la riproduzione di ogni tipo di file audio video ed eventuali driver grafici per schede NVIDIA.
Le ho spiegate le ragioni della mia maggiore simpatia per Linux Mint nell’articolo Linux Mint 21 in uscita: quando e cosa aspettarci.
Contraddistinguono Linux Mint, anzitutto il suo ambiente desktop Cinnamon principale. Perché ve ne sono altri due, adottati per le rispettive edizione MATE e Xfce, non meno apprezzate dai suoi utenti. Gli archivi dei programmi della concomitante versione di Ubuntu e l’integrazione dei programmi tramite i flatpak di FlatHub, garantiscono la disponibilità di decine di migliaia di programmi in versioni anche aggiornatissime.
Di Linux Mint esiste anche una edizione basata direttamente su Debian: LMDE. Ho scritto una recensione di LMDE 4, la versione precedente. Ora è supportata la versione 5, chiamata Elsie, che supporta architetture a 32 e 54-bit. Nel tutorial ci sono abbondanti informazioni ancora valide che potrebbero interessarti.
La comunità degli utenti di Linux Mint è molto ampia e non inferiore a quella di Ubuntu. Su Linux Mint trovi informazioni in quantità online, più in inglese ma anche in italiano e c’è una sezione del forum ufficiale in italiano. Porre una domanda lì significa avere tante persone che la leggono e ce ne è sicuramente qualcuna disposta a darti una dritta per risolvere. Talvolta rispondo a qualche domanda anche lì e lo frequento. Rare sono davvero le domande che non hanno risposta.
Quello che è apprezzato di Linux Mint sono anche alcuni programmi di contorno realizzati appositamente per tutte le edizioni.
Con Hypnotix vedi in streaming oltre 20.000 TV in chiaro di tutto il mondo. Warpinator per condividere nella stessa rete file tra PC con Linux Mint, Windows e Android senza alcuna configurazione. C’è pix, un ottimo programma di catalogazione di foto e fotoritocco di base che consente anche di modificare o rinominare molteplici immagini in un attimo. Può creare PDF o pagine web tramite procedure automatiche ben fatte. C’è infine WebApp Manager, che trasforma i siti web che usi di più, in programmi con icone e finestre autonome, per confondersi di meno con le schede aperte nel browser e avere icone specifiche da cliccare. Scegli anche quale browser usare per ciascun sito/app.
Sto per pubblicare la mia recensione per Linux Mint 21.1 e non su Mint 21 perché la nuova edizione, oltre a integrare la soluzione di difettucci di gioventù di Mint 21 rilasciata in estate 2022, è una profonda inattesa novità anche per quanto riguarda l’aspetto della sua edizione di punta: Cinnamon. È una prima risposta alla richiesta da parte degli utenti della sua comunità, e non solo, di aggiornare l’aspetto ormai un po’ vecchiotto, fuori moda e privo di attrattiva. La comunità degli utenti sottopone da sempre richieste di miglioramento e molte di esse vengono ascoltate e diventano parte del sistema.
Linux Mint fornisce supporto e aggiornamenti per 5 anni per ogni versione e per gli aggiornamenti c.d. minori. Ogni 2 anni viene rilasciata una nuova versione maggiore. Lo strumento per passare ad una versione .1, .2 o .3 funziona perfettamente e quello per i passaggi più importanti, più complesso, funziona sempre meglio perché il team ne comprende l’importanza.
Se hai un computer con massimo 10-12 anni di età e 3 o 4 GB di RAM, hai preferibilmente Intel Core I3, I5 o I7, garantisco che non ho mai avuto problemi con questa base, video, WiFi o bluetooth. In ogni caso, verificare la compatibilità anche prima di installare è un vantaggio enorme. Conosci il mio post sul tema Verificare e installare programmi in Linux? 😉
MX Linux
MX Linux l’ho trascurata finora nei miei consigli sulle distro 2022. Per questo ne parlo subito dopo Linux Mint. Lo meritano il progetto non meno di dei suoi soddisfattissimi e numerosi utenti. La curiosità su questa distro è massima da un paio di annetti almeno e non solo nel sito distrowatch.com.
viene basata sulla concomitante versione stabile di Debian. La scelta dell’ambiente desktop preferito per la distro ricade su Xfce, lo stesso di Xubuntu e dell’edizione Xfce di Linux Mint ad esempio.
MX Linux 21.1.1 Widflower porta l’usabilità di funzioni avanzate di Linux ad un nuovo livello. Non tanto per il sistema guidato all’installazione o per la intuitività della schermata del suo menu di avvio Live, cioè dalla chiavetta.
Aldilà dei pregi dell’ambiente Xfce 4.16, contraddistinguono infatti questa distribuzione gli MX Tools. Una serie di strumenti appositamente realizzati, tramite finestre, semplificano operazioni di amministrazione e configurazione di servizi e impostazioni che normalmente consistono in comandi via terminale o nella modifica di file testuali.
Specie uno che di Linux ha un po’ di dimestichezza, lo capisce anche dalla dotazione software predefinita che ci sono gli strumenti tipici di chi vuole prendere pieno controllo di tutti gli aspetti di una workstation Linux. Senza però penalizzare l’utente meno esperto che può in un istante spostare la barra di menu e icone sul lato inferiore con un clic e trovarsi a proprio agio in stile Windows. E godersi una distribuzione Linux per principianti senza complicazioni.
MX Tools è un coltellino svizzero di applicazioni Linux realizzato davvero con grande cura ma un altro punto molto forte di MX Linux è la grandezza del suo seguito e della sua comunità di utenti. Non inferiore a quella di Ubuntu o Linux Mint.
La semplicità di accesso alla impostazione e personalizzazione di un sistema con Xfce, assieme alle utilità citate, stanno creando un grande flusso di utenti verso questa distro che ha requisiti considerati di medio peso nella stessa presentazione del sistema operativo.
Si tratta meno modestamente di un sistema molto leggero con cui si fanno tante cose anche con 2 GB di memoria RAM e un processore meglio se dual-core. Ma puoi optare anche per un più esigente ma scintillante desktop Plasma. Dal team KDE, lo stesso di Kubuntu. In entrambi i casi il sistema di applicazioni di driver proprietari di schede NVIDIA è integrato nel sistema.
Zorin OS 16.2
Anche su Zorin OS ho già fatto in passato apprezzamenti e recensioni L’ultima è recente: Recensione Zorin OS 16.2: una famiglia di OS Linux e oggi ripeterò il minimo.
Due giovanissimi fratelli realizzano una propria distribuzione Linux con parte di Ubuntu e fanno tanto lavoro di modifica dell’ambiente desktop GNOME. Obiettivo un aspetto semplice, intuitivo, minimal, perfetto per chi cerchi una distribuzione Linux per principianti. Assomiglia a Windows ma nella versione a pagamento prevede temi in stile MacOS, Windows 11 e tanti altri; oltre al servizio di assistenza personalizzato. Che molte distro basate su progetti di comunità non offrono.
Integrazione dello store Snap dei programmi di Ubuntu e supporto per Flatpak per una scelta di software tra le più ampie.
I fratelli Zorin hanno molto interesse a dimostrarti che il loro sistema operativo rispetta la tua privacy e non sei tracciato nell’utilizzo. Una versione di punta e una Lite, alleggerita modificando, nel medesimo stile, l’ambiente Xfce usato per questa edizione.
Pronta già di tutto a fine installazione con tanto di driver NVIDIA e codec multimediali e il sistema Wine, per l’installazione di software per Windows già configurato e pronta a farti avviare un setup.exe o comunque un programma non troppo complesso destinato a Windows. L’utilità Zorin Connect, con una app Android consente di scambiare file, ricevere notifiche sul desktop dal dispositivo mobile o usare quest’ultimo per controllare il computer.
Una segnalazione ancora la merita la edizione Edu di ZorinOS che prevede una distribuzione con lo stesso aspetto della principale e della Lite per le rispettive omonime edizioni. Cambia la dotazione software predefinita. In Zorin OS Educational sono raccolti i migliori programmi che Linux e l’open-source possano vantare nel campo dell’educazione e dell’infanzia fino a livelli superiori di istruzione.
Se nelle sezioni Audio e Video e Grafica troviamo buona parte dei programmi previsti anche nella versione principale, è nelle sezioni Istruzione, Programmazione e Scienza che si trova la maggiore quantità di programmi. Dalla chimica alla geografia, dall’algebra alla notazione musicale, dall’astronomia alla progettazione di dispositivi elettronici. Giochi di parole, quiz, puzzle, strumenti per stimolare la creatività e sviluppare la memoria.
Prova l’edizione principale gratuita di ZorinOS Core in computer di una decina di anni al massimo e dovresti trovarti bene. Se è più vecchio o meno performante scegli l’edizione Lite di Zorin.
Deepin
Tra le distribuzioni Linux per principianti segnalo Deepin. Basata sulla versione stabile di Debian. L’azienda che lo produce, pubblica i sorgenti del proprio caratteristico e attrattivo ambiente desktop DDE e di tanti altri dei programmi di sistema eccezionalmente curati. Browser, client di posta, file manager, visualizzatore di foto, di album, riproduttore video e musicale. Sono appositamente realizzati, forse anche con codice riutilizzato ma al sistema e alle sue app di contorno non manca già nulla se non LibreOffice che trovi installato nella versione non recentissima 7.0.4 per via della base Debian.
Adotta il nuovo sistema per la gestione del desktop, delle finestre e del loro contenuto: Wayland. Con un proprio ambiente desktop DDE. La stampa occidentale si chiede se non sia il nuovo anti Ubuntu anche per attrattiva perché strizza l’occhio un po’ agli utenti Microsoft ed Apple. Ma anche Ubuntu ha una edizione ora basata su quello che il team di UbuntuDDE stesso definisce il più bell’ambiente desktop.
In un attimo l’aspetto si adatta ad una visualizzazione Fashion in stile MacOs con una dock sul lato inferiore dello schermo oppure Efficient, in stile Windows con un menu programmi e impostazioni che si apre con il bottone o il pulsante Start
o Win
sulla tastiera. Molto intuitivo l’accesso a connessioni di rete, audio e altre funzioni essenziali. Che ne fanno certamente una buona scelta tra le distribuzioni Linux per principianti e non esperti.
La provenienza è cinese e si tratta di azienda con scopo di lucro, ma lo spirito open-source attorno a questa distribuzione non manca. Il sito web delle applicazioni è assai curato, senza fronzoli e gradevole. La cura del blog per seguire l’evoluzione del progetto è di tutto rispetto.
Anche perché molte delle migliorie e innovazioni che sono continuamente apportate al sistema operativo, sono effettuate in base agli apprezzamenti fatti dagli utenti. Con un forum, in inglese, e una comunità davvero attive e rassicuranti.
Ogni rilascio e aggiornamento continuo delle versioni, porta con sé novità sostanziose. La versione 20.8 appena rilasciata….
Dario, c’è da fidarsi? È cinese? Questo lo sai solo tu. Prendiamo Ubuntu: anche in questo caso, il progetto non nasce da una comunità da un’azienda con scopo di lucro. Ma è molto open-source se non per i meccanismi del suo store che sono proprietari in entrambi i casi. Guadagnano sui dati di utilizzo e su big data, entrambi. Se usare la distribuzione di una azienda dell’isola di Mann o di altro luogo del mondo è per te fonte di maggiore tranquillità rispetto ad una cinese, già hai la tua scelta. In ogni caso ti ricordo che hai un telefono cinese con software americano ma chiuso.
Distro per uomini informatici, mezzi salvatici
Come ho detto, l’esperienza e la dimestichezza con Linux spinge talvolta a risalire la corrente da distribuzioni Linux per principianti che sono derivate, per scegliere un approccio puro a Linux. Debian resta per me un consiglio valido per la sua filosofia e per la quantità di documentazione in italiano.
Impossibile non citare anche, ad esempio le storiche Fedora Workstation e OpenSUSE Tumbleweed che attraggono moltissimi puristi con valide argomentazioni. A mio parere, però si rivolgono ad un’utenza piuttosto evoluta ed esigente. Come le derivate Arch che vado ad illustrare.
Spesso, sono rivolte a utenti che approcciano l’amministrazione da riga di comando o a programmatori che vogliono trovare un ambiente già adeguato allo sviluppo, ai test e all’integrazione del proprio lavoro negli archivi online di codice sorgente.
Manjaro
Prendi una base Arch, piuttosto ostica ma ritagliabile su misura. Una distribuzione rolling che adotta il sistema di installazione di pacchetti tipico delle distribuzioni riconducibili a Red Hat. Una distro in perenne fase di test, aggiornamento di funzioni, introduzione di supporto per nuovo hardware e nuove funzioni. I programmi Linux nelle versioni rilasciate anche durante la notte. La possibilità di caricare kernel anche freschissimi di rilascio. C’è il rischio teorico che improvvisamente scopri un problema e che tu debba affrontarlo con competenza adeguata per riparare l’installazione. Bug che appaiono dal nulla e possono scomparire rapidamente o senza che tu te ne accorga.
Se indico Manjaro Linux tra le distribuzioni linux per principianti, non significa che sia adatta a tutti ma solo ad un pubblico abituato a formattare e installare un sistema operativo.
Le rapide! Il luogo in cui la corrente dello sviluppo Linux è più forte e tutto corre molto veloce. Scelta interessante per un esperto informatico che voglia avvicinarsi a Linux e sfruttare al meglio il suo nuovo PC da urlo. Oppure ancora per scoprire nuove funzioni nel kernel e nei programmi prima degli altri. Ma in realtà in molti scrivono di essere partiti da distro più facili tra cui con certezza alcune di quelle che ho citato. Poi sono approdati a Manjaro KDE o Xfce e sono molto contenti. Altri mi scrivono di rotture, in tutti i sensi! Cioè problemi inadeguati a metterlo nel PC di tua zia o nei PC di una aula di informatica in una scuola secondo alcuni.
Manjaro comunque, da anni prevede un sistema di installazione semplice per costruire su misura l’installazione ed essere certo che l’hardware sia identificato e che i driver appropriati vengano scaricati e installati. Ma sono disponibili anche già molte edizioni dotate di differenti ambienti desktop. Sono preconfigurate in immagini Live: puoi avviare il sistema operativo temporaneamente caricandolo nella RAM per usarlo e verificare la compatibilità hardware prima di installare.
Manjaro usa quasi tutti i pacchetti di Arch Linux ma li verifica per alcuni giorni prima di immetterli negli archivi come aggiornamenti. E questo garantisce minori rischi di problemi al sistema.
La base Arch consente a Manjaro di abilitare tra le fonti software del sistema, il repository AUR. Si tratta di un repository gestito dalla comunità di Manjaro. Permette di integrare nel sistema, novità e aggiornamenti seguendo un ciclo molto rapido. E anche se molti pacchetti che finiscono nei repository ufficiali nascono spesso in AUR, un rovescio della medaglia c’è ed è descritto. Si tratta di una miriade di progetti anche individuali e non è possibile controllare tutto il codice che esegui nella tua macchina. O impedire che ci siano conflitti o dipendenze irrisolvibili.
Inoltre siccome il raffinato meccanismo di installazione, a differenza di ciò che avviene ad esempio in ambiente Debian, ubuntu ecc, in cui i file sono già compilati e compressi, AUR li compila al volo dal codice sorgente disponibile dalla pagina web del progetto. Risulta quindi indispensabile avere dimestichezza con le procedure c.d. di costruzione. E la procedura di costruzione richiede potenza della CPU e non sempre poco tempo.
Per ovviare a questi tempi e potenza richieste, puoi attivare anche gli archivi Chaotic AUR e ci trovi pacchetti precompilati. Si integra tra le fonti software e tra gli aggiornamenti, anche il catalogo di flatpak dell’archivio Flathub. Fi Flatpak parlo in Verificare e installare programmi in Linux.
L’ambiente prediletto per Manjaro è quello KDE. orientato, ovviamente direi, a computer recenti e discretamente performanti. Non metterei Manjaro nell’edizione KDE in un PC con meno di 4 GB di RAM e processore multi-core.
Ma Manjaro non è un sistema operativo rivolto esclusivamente a computer costosi e sempre nuovi: tutt’altro. La quantità degli ambienti desktop anche leggeri con cui è rilasciato, tra cui Xfce è vasto. Anche l’approccio minimo del windows manager I3 e una immagine Docker per i più smaliziati completano le possibilità per un sistema rivolto ad architetture PC a 64-bit.
Ma la base Arch e il lavoro svolto dal team, consentono a Manjaro di essere pronto per architetture ARM di smartphone e tablet o altri miniPC che adottino tali caratteristiche. Si moltiplicano le occasioni in cui Manjaro fa notizia su dispositivi mobili. Ne ho parlato a proposito di Smartphone e tablet Linux 2022.
Garuda Linux
Chiuso questa rassegna di distribuzioni Linux per principianti con Garuda. Si tratta di un progetto molto recente ma che ritengo promettente per strappare utenti a Windows. Base Arch come Manjaro, fornito con lo strumento di installazione usato anche da Debian e altre distro: Calamares. Si dichiara orientato alla performance e che sia rivolto ad un’utenza che vuole il pieno controllo sul proprio hardware, si capisce anche dalle utilità appositamente sviluppate.
Sono disponibili due edizioni. Entrambe sono definite “dragonizzate”. Si tratta di modifiche al desktop KDE Plasma, “sfuocato”e personalizzato in modo unico. Lo stesso in entrambe. Una edizione prevede una base software predefinita di uso generale e una è ottimizzata per il gaming. Ma sono quasi tutti quelli esistenti gli ambienti desktop con cui è rilasciato Garuda, e pure con il window manager I3.
Garuda sfoggia un kernel Zen, velocissimo, ottimizzato per desktop, multimedia e giochi. Prevede Chaotic AUR come base per i propri pacchetti a fianco comunque dei repository AUR ufficiali. Un’altra fondamentale caratteristica di Garuda riguarda l’adozione dell’innovativo filesystem BRTFS e dota il sistema operativo di tutte le utilità necessarie per il controllo.
Questa distro è rivolta ad un’utenza prevalentemente giovane, ma comunque esigente, che non intende sacrificare caratteristiche del proprio hardware e desidera un controllo completo su gestione di energia e performance. La metto tra le distribuzioni Linux per principianti che siano però a proprio agio con l’informatica e biatuati a formattare un computer e installare un sistema operativo.
Segno distintivo della distro è infatti il set di strumenti di manutenzione chiamato Garuda Assistant. Strumenti grafici per la gestione di software, aggiornamenti, per la pulizia, il controllo diretto delle periferiche e la gestione dei c.d. snapshot che sono strategici, secondo il team di Garuda, per fornire adeguati meccanismi di riparo da problemi che possono nascere dalla natura rolling della base Arch.
Garuda Setup assistant consente di integrare al primo avvio una serie dei software più utilizzati per categoria. Un elenco nudo per chi già li conosce e che semplifica l’applicazione di driver oltreché di completare le installazioni con un solo Applica
. Diverso e più appagante è certo sfogliare il suo store per integrare nuovi programmi.
Ovviamente sono inclusi i driver grafici proprietari NVIDIA applicabili in varie versioni tramite una finestra di controllo.
Anche la scelta del browser attento alla privacy FireDragon si associa ad altri segni distintivi di questa distro che già nell’aspetto pare intonarsi con la scrivania di un vero animale notturno del PC. E infatti trovi anche Garuda Gamer. Nell’omonima edizione sono già integrati ed accessibili in un clic da una sola finestra, i migliori strumenti per integrare in Linux software e specialmente giochi destinati a Windows.
Wine, playonlinux, WineTRicks, q4wine, Bottles, utilità di cui ho parlato nel tutorial Programmi Windows in Linux Mint e Ubuntu con Wine. E ancora Steam, un accesso privilegiato a proton e gli strumenti di configurazione di periferiche di gaming.
Se non sapevi che Steam è rilasciato anche per Linux con la funzione Steam Play per giocare titoli Windows; che Valve rilascia SteamOS basato su Linux e che la nuova console Steam Deck ha un sistema operativo basato su Linux, potresti non essere molto aggiornato sul gaming in Linux. In direzione simile, cioè verso una migliore integrazione di Linux con Windows si muovono anche il promettente progetto ReactOS e secondo molti anche LinuxFx.
Conclusioni
Queste sono le mie segnalazioni aggiornate per distribuzioni linux per principianti. Sono anche dettate da criteri e gusti personali anche se desideravo fornire uno scenario condivisibile da più esperti. Come provare Linux è già oggetto di buona parte degli articoli che trovi sotto GUIDA.
Ma tante informazioni per provare Linux, superare i primi ostacoli e guide passo passo per installare Linux, configurarlo e sfruttarlo in tanti modo, sono già disponibili qui nel blog, nel canale YouTube e nei miei testi. Spero tu possa apprezzare e ti rimando al prossimo post. Ciao.
Ciao Dario.
Anche con questo video e questo articolo confermi, ammesso che sia necessaria una conferma, che sei un eccellente divulgatore e ambasciatore di Linux.
Ci sono tre punti su cui ho opinione diversa dalla tua.
KDE Plasma: a causa della sua storia passata, in particolare a causa della serie 4, ha certamente e giustamente fama di essere pesante, ma nella versione 5 sono stati fatti impressionanti miglioramenti da questo punto di vista e se non si eccede con effetti e orpelli decorativi, rivaleggia con Xfce in quanto a leggerezza.
Deepin: oltre ad essere pesante, nei miei test è sempre risultato inconsistente nell’aspetto e pieno di piccole imperfezioni; è certamente attraente ma lo trovo poco funzionale.
Manjaro: qui proprio non sono d’accordo con te, decisamente non è una distro che suggerirei a chi si avvicina a Linux anche se informatico mezzo selvatico.
Penso infatti che Manjaro sia un progetto errato alla base; la base è Arch, il cui team garantisce sicurezza e consistenza grazie al continuo flusso di aggiornamenti, che eliminano bug e falle di sicurezza molto rapidamente e la cui stabilità è affidata alla diligente e continua manutenzione dei suoi utenti; Manjaro al contrario ritarda il flusso di aggiornamenti di qualche settimana e non invita i suoi utenti a fare nessuna manutenzione, anzi si lascia loro credere di essere nll’equivalente di Linux Mint per Arch.
In pratica solo una piccola parte dei bug vengono efficacemente filtrati durante questo periodo di attesa: non esiste infatti nessuna procedura di Quality Assurance seria presso Manjaro, ne umana ne automatizzata. Inoltre l’amichevolezza del sistema che viene propagandata è un falso ideologico perché Arch è li celato sotto il cofano scintillante, con tutta la sua necessità di costante manutenzione da parte dell’utente, nascosta anche essa, pronto a mordere il principiante quando meno se lo aspetta.
Inoltre la AUR- Arch Users Repository, gestita dalla comunità Arch e non dalla comunità Manjaro, dato il rallentamento introdotto da Manjaro può essere fonte di problemi per inconsistenza delle dipendenze, che, ammesso che i pacchetti vengano aggiornati, sono nelle versioni necessarie all’installazione su Arch. A onore del vero va detto che AUR è anche per un utente Arch un po’ smaliziato un’incognita da gestire con attenzione dal punto di vista affidabilità e sicurezza: chiunque può aggiungere il proprio software e quindi a fianco di ottimi pacchetti ci sono esperimenti più o meno riusciti, pacchetti non manutenuti o potenzialmente pericolosi.
Ultimo punto, il team di Manjaro ha ripetutamente dimostrato di essere poco attento alla sicurezza: non cito il famoso sito che raccoglie tutte le cadute di stile (eufemismo) del team di Manjaro per rispetto nei tuoi confronti e di questo ottimo sito.
Fra tutte le distro che hai elencato nella tua sintetica ma efficacie carrellata penso che Linux Mint continui ad essere la più adatta ai primi approcci con Linux.
Gabriele
Ciao Gabriele, ho divorato il tuo messaggio a mente freschissima. Ti confesso che non sono riuscito ad installare uno screenrecorder e infatti propongo solo screenshot di Manjaro. Sapevo che chi si tiene nel ramo stabile incontra più raramente problemi ma non avevo alcun sentore dei meccanismi dietro al suo team. Ho anche valutato EndeavourOS ma, benché forse possa dare qualcosa di più alla base Arch, si dichiara “orientata al terminale”.
Ti devo tanto, sempre e te ne ringrazio di cuore.
salve,
non metto in dubbio quanto detto nel messaggio sopra (poiche’, setto il sistema operativo affinche’ non si aggiorni in automatico – tutti indistitamente gli os subbiscono questo settaggio) ma manjaro pero’ gnome. secondo me (concodo coll’autore del articolo) e’ semplice.
Ciao Mario, grazie. La questione degli aggiornamenti è complicata. Non farli può risparmiarti problemi ma ti lascia indietro a livello di sicurezza. Andrebbe visto caso per caso se è una buona idea.
Buone feste a tutti,
quella degli aggiormamenti (automatici si noti bene) è una questione personale che lungi da me suggerire.
Linux mint lmde 5 succlasserebbe tutti se aggiornasero system-config-printer così da configurare il maggior numero di scanner
Grazie Mario, hai ragione ad essere cauto. Dovevo chiarire che perlomeno in una workstation e non su server, restare indietro può causare problemi di sicurezza. Distro come derivate LTS, prediligendo la stabilità, raramente però mi risulta possano crearsi problemi. Quando è un kernel a creare problemi, caricare il precedente spesso risolve. In ogni caso non sono così esperto come te probabilmente. Io tengo ad evitare che si usino soprattutto distro fuori dal ciclo di vita, visto che molti dicono di trovarsi bene con OS di oltre 10 anni fa, in Linux come in Windows.
Grazie Mario, auguro buone festività anche a te.
Da principiante di Linux Mint ho gradito con sorpresa la recensione di due distribuzioni che avevo sott’occhio prima di passare a Mint: Ubuntu Mate e Kubuntu. Le avevo scelte per l’aspetto gradevole della grafica e per l’apparente semplicità della distribuzione. Articolo molto interessante……..Buona continuazione e Auguri di Buon Natale in anticipo.
Grazie Giovanni, credo che in molti abbiamo percorso i medesimi sentieri partendo da Windows. Grazie per il tuo commento. Ricambio gli auguri di buone festività.
sempre un piacere leggerti. oggi ho aggiornato a Mint 21.1 : è la prima volta che Mint mi tradisce, ne parlerò sul post dedicato. nel frattempo tanti auguri !
Ciao Gianni, ieri sera ho reinstallato Mint 21.1 dalla ISO definitiva e non della beta. Un pacchetto danneggiato legato a kdenlive al termine di aggiornamenti e installazioni mi ha convinto a reinstallare. Ho perso 10 minuti e nessuno dei miei dati, ma ancora ci sono oggettivamente problemucci, come sempre, che in maggioranza, dopo un mesetto, sono un ricordo.
ehh … io dopo l’installazione ho avuto la brillante idea di aggiornare (come suggerito dalla schermata di benvenuto ) di aggiornare il driver della scheda video : disastro ! W timeshift … 🙂
Ah! Ma non puoi non aggiornare. Io applico gli aggiornamenti e riavvio poi applico driver
quello che ho fatto io…. dopo aver aggiornato il driver al primo riavvio però … subito dopo il grub mi arrivava un bel memoria esaurita, grazie a una pennetta sono riuscito a tornare indietro con il driver solo usando timeshift … adesso ho aggiornato e mi tengo il driver vecchio
Ciao Dario…Oggi ero a casa per le feste natalizie ed ho installato Linux Mint 21.1 su un’Hard Disk esterna SSd nuova tipo Sandisk acquistata su Amazon. Premesso che ho un computer vecchio di 13 anni ma con 16 GB di RAM. Tutto è andato liscio nell’installazione e sembra funzionare altrettanto bene. Durante l’installazione oltre che creare la partizione per il sistema e la Swap o creato anche una partizione per la condivisione dei file tra Windows e Linux. L’unico aspetto negativo è che la porta USB del computer è 2.0, è lenta, e tutti i vantaggi dell’uso di SSD sono purtroppo svaniti. Vabbeh perlomeno funziona bene…………Buon Natale e Buone feste
Caro Dario,
grazie per i tuoi fantastici video.
Sarò ripetitivo, ma la tua pacatezza e la dialettica che usi nei tuoi video fanno innamorare persone che non conoscono nulla di Linux.
La voglia poi, di installare le varie distro che tu menzioni è immediata.
Complimenti ancora per il tuo lavoro e spero che continui a fornirci i tuoi preziosi consigli.
Buone feste.
Albano
Ciao Albano, la tua ripetitività è graditissima e mi vizia! Spero di non perdere mai il contatto con il principiante assoluto di Linux perché è la ragione stessa del mio lavoro. Buone feste anche a te e a risentirci.
Ciao Dario, avrei bisogno di un tuo aiuto. Ho un vecchio Laptop Sony Vaio VGN-BX394VP su cui anni fa, dopo varie ricerche, ho installato Linux Mint 18.3 unico sistema operativo che è riuscito a gestire correttamente l’alimentazione (avvio, spegnimento, sospensione/ibernazione, batteria). Ora questa versione non riceve più aggiornamenti e sono costretto a ricercare un nuovo S.O. Sono consapevole che la mia è solo una questione di orgoglio personale in quanto il pc è davvero molto datato. ho provato a cercare soluzioni in rete e cercato di capire cosa differenzia questa versione di Linux Mint da tutti gli altri provati. Forse la risposta risiede nel Kernel. Grazie anticipatamente per qualsiasi consiglio tu possa darmi.
Ciao Davide, vedo che il tuo Vaio 14″ monta un T5500. Un amico con stessa CPU e scheda NVIDIA è però riuscito ad arrivare fino a Mint 19 inclusa. Ma si, temo proprio che il problema sia legato al progressivo abbandono del supporto kernel per architetture molto datate. Ma in diversi hanno trovato problemi proprio con la sospensione. Non saprei come consigliarti per cercare soluzioni visto che con la sigla del modello e Linux, nel web no viene fuori gran ché. Forse puoi trovarle al di fuori delle distribuzioni basate su Ubuntu dalla 20.04 in poi. O risolvere eventuali problemi pur con un kernel ancora supportato. In tal caso, postare specifiche del computer e descrivere nel dettaglio i problemi nel forum italiano di Mint, potrebbe aiutare. Buona fortuna
Ciao Dario, questo articolo è specifico per computer desktop perché servono determinate caratteristiche hardware, oppure lo posso ritenere valido anche per i portatili?
Grazie mille
Luca
Ciao Luca, hai ragione, uso impropriamente il termine desktop nella copertina per indicare i sistemi operativi Linux con ambiente grafico ma vale per fissi e portatili.
ok, grazie Dario…la verità è che sono alla ricerca di una distro leggera da far girare un pc poco prestazionale ma 64 bit (potrei anche pensare di aggiungere della ram e un SSD) e la cosa si sta rivelando ostica perché ne esistono davvero tante…devo solo capire quella con il compromesso giusto
L.
Hai dato un’occhiata al post sulle distro a 32 ma anche 64 bit e proprio leggere.
Un buon articolo e concordo, come alcuni, che Mint possa essere la migliore scelta per chi si avvicina a Linux. Personalmente, dal lontano 1999, ho visto tante distribuzioni ma ricordo sempre con affetto la mia prima Red Hat e in seconda battuta la Slackware. C’è una particolare distribuzione, non per chi inizia ovviamente, che non è stata citata: Elive che usa Enlightenment E16. Le sue Incredibili animazioni con pochissime risorse la rendono uno spettacolo. Attenzione però, perché è molto ostica da usare e il problema è dietro l’angolo. L’ho usata per un certo periodo perché avevo necessità di usare qualcosa di particolare un un PC a 32bit.
Grazie Paolo per gli apprezzamenti e per la segnalazione di Elive di cui prendo nota anche se in effetti forse off-topic!
Buongiorno Dario, prima di tutto complimenti per la chiarezza dei tuoi articoli. La lettura di tutti quelli pubblicati sul blog ha migliorato la mia conoscenza del mondo linux e mi ha convinto ad usare solo linux . Passiamo adesso al commento di questo post:
ho un vecchissimo pc sul quale provo le distro per capire quali sono le migliori per le mie necessità e, dei s.o. da te elencati , quasi tutti sono passati dalla mia chiavetta usb preparata con ventoy. Dopo le prove ecco le mie conclusioni non mi sono piaciute tutte le distro canonical , non mi ci trovo bene e si piantano spesso. Adoro linux mint e LMDE che è divetato il mio sistema operativo su di un portatile del 2009 con 4 giga di ram. Altro s.o. fantastico è Zorin, l’ho messo su un portatile del 2012 con 16 gb di ram, portatile che con windows installato era quasi inutilizzabile visto che la scheda video smetteva di funzionare dopo un paio d’ore dall’ accensione. Con Zorin il pc è rinato non ha nessun problema anche dopo ore di utilizzo e dire che ho installato la versione educational che non è certo la più leggera. Unica modifica che ho fatto su Zorin è stata quella di mettere Nemo come file manager non perchè quello fornito abbia problemi ma visto che è tanto che uso mint cinnamon e lmde mi sono abituato a questo file manager anche grazie al tuo preziosissimo articolo. Ultima considerazione su Garuda, è bellissimo esteticamente , funziona bene ma è bene chiedersi se possa essere un s.o. per principianti visto che bisogna pensare in modo diverso per gli aggiornamenti (pacman) e sui pacchetti Aur che proprio semplicissimi non sono e anche configurare Paru o Yay per semplificarsi la vita non è facile per i neofiti di linux. Te lo dice uno che ha installato Arch linux tutto da riga di comando, ne è rimasto affascinato ma mi ha gfatto innamorare ancora di più di Linux mint lmde e Zorin. Un consiglio per chi ha un rudere di pc con 2 gb di ram ma con 64 bit : provate linux mint xfce ,non aspettatevi miracoli ma a me su un netbook vecchissimo è stato l’unico s.o. funzionante in modo decente. Grazie ancora Dario, W LINUX, come dici tu Diffondi La Conoscenza.
Ciao Marco, grazie mille per il tuo racconto! Spero che Nemo integrato in Zorin non crei problemi. In effetti hai ragione su Garuda e onestamente avrei voluto escludere anche Manjaro. Ho ripetuto questo articolo dopo uno simile ad inizio dell’avventura e un altro l’anno scorso. L’ho fatto per non tradire gli utenti di derivate Arch che mi seguono. Ma ancora io ritengo che una derivata non ufficiale di Ubuntu come Mint o Zorin, siano le scelte più abbordabili per un principiante assoluto di Linux.
Grazie ancora, ciao!
Ciao Dario,
In questi bollenti giorni di agosto dove uscire nelle ore più calde è quasi impossibile, leggendo questo bellissimo articolo ho avuto tempo di provare ubuntu budgie e mi sento di consigliarlo a chi vuole provare una distribuzione linux al posto di windows. Sia chiaro il mio sistema operativo preferito rimane liniux mint cinnamon, mi trovo a mio agio ed è istallato sul mio pc principale. Ho anche due notebook uno con zorin (veramente un ottima distro) ed un’altro su cui provo le distribuzioni. Mi è piaciuto ubuntu budgie soprattutto per la grafica, la semplicità di uso e il file manager nemo . Il desktop gnome è praticamente uguale a quello di zorin ed è anche personalizzabile . Altra cosa positiva non si è mai piantato come purtroppo mi è successo con altre versioni di ubuntu. Unica pecca trovata: anche impostando la lingua italiana certe descrizioni delle icone nelle impostazioni mi restano in inglese. Se puoi ti chiedo quando ti sarà possibile una recensione da parte tua. Ti ringrazio per quello che fai per il software libero. Un saluto.
Ciao Marco, grazie per la segnalazione e per gli apprezzamenti. Non mi offenderebbe se la tua preferita non fosse Mint! Tu conosci il sistema operativo Solus di cui Ubuntu prende l’aspetto? Non ha una base Ubuntu e nemmeno Debian ma fornito anche con ambiente GNOME, Mate e Kde! Budgie merita di essere visto alla sorgente come Cinnamon! E come Deepin per DDE. Altro che Ubuntu Deepin 23! E senza snap! Ne parlerò. Ciao!
Cosa è un “principiante”?
Se si tratta di una persona che vuole approfondire, studiare, sperimentare, investire molto molto tempo, è un conto.
Se invece è una persona che vuole solo usare un PC col minimo di sbattimenti e niente perdite di tempo, tutto un altro.
Nel primo caso io consiglierei di partire da Debian, non esageratamente ostica come Gentoo o Arch e nello stesso tempo abbastanza ostica da obbligare l’utente a leggere la documentazione e usare il terminale.
Debian consente di provare anche i vari ambienti, Gnome, KDE, Mate, XFCE, senza cambiare distro, quindi il resto rimane familiare.
Ho scritto “partire da” perché inevitabilmente il “principiante” curioso e con tempo da perdere farà “distro hopping” e col tempo le proverà tutte.
Più volte, di solito si va e poi si ritorna.
Nel secondo caso, cioè il “principiante” che non vuole sbattersi, la scelta secondo me si riduce alle distro con dietro delle aziende (Ubuntu – Canonical, Fedora – Redhat, Opensuse – Suse) e ancora Debian, che ha dietro centinaia o migliaia di volontari.
Escluderei invece le distro fatte da una o poche persone, perché è tautologico, non sono pensate per l’utente medio ma sono il risultato più o meno amatoriale delle preferenze e delle necessità dei responsabili.
E’ un problema tipico dello “Open Source”, non c’è modo di obbligare una persona che lavora per il proprio spasso o che comunque non ha nessuno a cui rendere conto a fare le cose in maniera diversa da come gli va di farle.
Il controllo di qualità di una distro fatta da una o poche persone è necessariamente inesistente, cosi come la documentazione, soprattutto quella dei casi di nicchia.
Una distinzione ulteriore per il “principiante” è il fatto ovvio che se KDE è abbastanza simile al tradizionale desktop di Windows, Gnome utilizza una “metafora” del tutto diversa, anche se familiare a chi usa smartphone e tablet.
Questa non è una distinzione che riguarda direttamente le distribuzioni se non che, mentre Redhat di fatto concentra le risorse su Fedora – Gnome, non c’è nessuna delle distro “principali” che adotti KDE come base.
In teoria la distribuzione “ammiraglia” per KDE sarebbe Neon, che però è una derivata di Ubuntu LTS in cui vengono aggiornati tutti e soli i componenti KDE.
Vale la pena per l’utente “principiante”?
Perdonate la franchezza, per quanto detto fino a qui nell’elenco di cui sopra io non raccomanderei MX, Zorin, Manjaro, Garuda (dai).
A nessuno, non al “principiante” volenteroso, perché sono distro non abbastanza “didattiche”, non a quello “pigro”, perché sono soltanto dei pasticci superflui.
Poi, per carità, de gustibus.
Però lascerei che il “principiante” ci arrivi da solo, facendo il suo percorso.
Calzante la distinzione tra i tipi di principiante. Avevo intenzione di approcciare un prossimo video sulle distro che consiglio proprio in base alle esigenze. E forse anche uno sui principali ambienti desktop e dove trovarli.
Continuerei a suggerire Mint e Zorin che funzionano “out of the box” ma magari, a chi rincorre le novità una Endeavour o Fedora. OpenSuse, per la mia pochissima esperienza, sfugge ancora alla mia comprensione.