Sistemi operativi Linux leggeri e a 32-bit

Sistemi operativi Linux leggeri e a 32-bit. In grado di girare su computer anche vecchissimi. Grazie a Linux. Chiariamo alcuni concetti indispensabili poi vediamo una serie di proposte. Più o meno adatte ad un principiante. Per problemi, documentazione e per supporto fai riferimento ai siti web ufficiali.

Trovare sistemi operativi Linux leggeri nel 2023 non è molto facile. Specie per un principiante. Distribuzioni come Arch o Debian prevedono il supporto per 32bit e si possono assemblare a piacere, risultando leggerissime. Ma richiedono già una certa esperienza con Linux. Se mi conosci oggi, ti informo che io però mi rivolgo sempre al principiante, che difficilmente trova informazioni, specie in italiano, perché quasi sempre destinate ad esperti.

E cerco di non dare per scontato alcun concetto. Se finisco per darne per scontati è perché li ho chiariti in altri tutorial ma cerco sempre di farvi riferimento. Ti invito quindi a prendere visione almeno dei tutorial Come orientarsi tra le distribuzioni Linux, Live USB persistente con Linux Mint e Verifica compatibilità Linux prima di installare se scopri che sto parlando una lingua incomprensibile. E forse sarebbe bene che tu non saltassi questa parte per andare subito alle proposte. Poi interrogo eh?!

Sistemi operativi come Lubuntu, Linux Lite, Zorin OS Lite, solo per citarne alcuni, sono destinati ormai soltanto a computer a 64-bit, indicativamente non più vecchi di 15 anni e difficilmente potrai usarle con soddisfazione senza un processore dual-core e almeno 2 GB di RAM. Tempi duri quindi per il supporto di architetture a 32-bit, quelle di computer e notebook dei primi anni 2000.

Lo scopo di sistemi operativi Linux leggeri e a 32-bit non è certo quello di miracolare un computer vecchissimo, pensare di usarlo per lavoro o per farci cose come con uno nuovo o con 5 o 6 anni di età al massimo. Ciò premesso, diverse attività possono ancora essere compiute tramite sistemi operativi nuovi, contemporanei e aggiornati.

sistemi operativi leggeri Linux a 32 bit (guarda su youtube)
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Spesso è previsto che non siano nemmeno installati. Puoi infatti eseguirli direttamente da un DVD o una chiavetta USB perché si caricano nella memoria RAM, notoriamente più veloce di ogni hard-disk, specie di quelli meccanici vecchissimi che funzionavano come giradischi. Spesso infatti i sistemi Linux per desktop possono essere provati integralmente anche prima di installarli. Si parla in questi casi di sessioni Live.

Di regola ogni sessione Live è un nuovo inizio; il sistema operativo è sempre lo stesso nella chiavetta. Non puoi, di regola, salvare modifiche o programmi installati durante queste sessioni. Però diversi dei sistemi operativi che segnalo, prevedono la creazione di chiavette dotate di persistenza. Lo spazio residuo lasciato libero dal sistema operativo, viene sfruttato per salvare informazioni o documenti lasciati sul desktop: così sono disponibili anche nelle sessioni successive. E puoi quindi usare il tuo sistema operativo Linux preferito, personalizzarlo, aggiungere programmi e soprattutto avviarlo su qualunque computer, senza sfiorare l'hard-disk e il sistema operativo già presente.

Come si fa? Si scarica una c.d. immagine ISO, un file che è come un clone del CD di installazione e si prepara un supporto USB o una scheda di memoria. Molto facile con Linux visto che basta un clic. Meno facile da Windows con Rufus.

Ho finito le premesse! Ora tuffiamoci in queste dieci segnalazioni di sistemi operativi Linux leggeri e a 32-bit.

AntiX

AntiX è una distribuzione (per gli amici, distro) molto leggera, basata sulla versione più stabile di Debian ed è compatibile anche con sistemi a 32-bit dotati di Pentium 4 e 512 MB di RAM. Forse non interessa il mio inesperto lettore che AntiX non prevede systemd, sistema di avvio servizi comune a sistemi Linux. Ma sulla questione c'è un grande dibattito nella comunità Linux.

Quattro edizioni: full (1.4GB), base (<800MB), core (450MB) e net (180MB). Tutte sia per computer a 32 bit che 64 bit, per un totale di 8 differenti ISO. Le differenze risiedono nella dotazione software, completa, di base, minima e infine con i soli file necessari per scaricare solo i programmi desiderati e comporre il sistema a proprio piacimento.

schermata di Antix Linux 32 bit
Schermata di Antix

Anche in questo caso l'utilizzo principale sarebbe previsto per sessioni Live. Meglio se in supporti persistenti, per salvare impostazioni e installazioni aggiuntive nel corso di sessioni successive. A tale scopo è prevista una apposita utilità. Ma è anche prevista una installazione minima, frugale su hard-disk, che richiede una manciata di GB di spazio. Il gestore finestre predefinito è IceWM.

L'edizione full a 32-bit può impegnare meno di 90 MB di memoria RAM per gestire il sistema e schermi con le risoluzioni dell'era 32bit.
AntiX ha un centro di controllo da cui gestire tutte le impostazioni semplice e ben organizzato e dispone di una dotazione software più che dignitosa per molte applicazioni. Supporto per bluetooth, WiFi, driver per schede NVIDIA ed una serie di strumenti essenziali ma funzionali per un sistema operativo completo, al passo con i tempi ma poco assetato di potenza e memoria RAM.

https://antixlinux.com/

Bodhi Linux

Bodhi Linux è un altro tra i sistemi operativi Linux leggeri e a 32-bit. L'edizione 6, a 64-bit è basata su Ubuntu 22.04 LTS mentre quella a 32-bit , la 5.10 è basata su Ubuntu 18.04 LTS. Dal momento che per quest'ultima edizione di Ubuntu cesserà in primavera il supporto, ho verificato che il team di Bodhi Linux prevede una nuova versione a 32-bit che sarà basata direttamente su Debian.

Edizioni a 32 e 64 bit sono rilasciate tramite differenti ISO: una base, quella predefinita, una HWE dotata di kernel nuovissimo per supportare hardware altrettanto nuovo, ed una AppPack, dotata di una base di software predefinita più ricca rispetto alla base. Infatti Bodhi Linux non sfigura certamente anche in un computer molto nuovo perché consente di concentrare tutte le risorse sui programmi che ti servono.

schermata di Bodhi Linux
Schermata di Bodhi Linux

Si tratta di una distro minimale nell'aspetto anche se gradevole. Ed infatti il suo segno più caratteristico è l'ambiente desktop Moksha basato sul gestore di finestre e17. Moksha impegna circa 160 MB di memoria RAM per gestire un computer ed uno schermo di oltre 15 anni. L'installazione su disco della versione 6 a 64-bit impegna circa 3,5 GB di spazio.

La dotazione della versione Base è minima e in una ISO da circa 800 MB ricomprende, oltre a tutto il sistema, il browser Chromium, il file manager Thunar e poco altro. Soddisfacente e piuttosto completa la dotazione software dell'edizione AppPack in una ISO da 1,6 GB.

Oltre al gestore di pacchetti Synaptic, per l'installazione di nuovi programmi, Bodhi Linux prevede un piccolissimo centro software web, in cui trovi programmi del suo archivio pacchetti specifico, organizzati in differenti categorie. Devi installare e confermare con la password ogni installazione, il che può diventare un po' tedioso specie subito dopo una nuova installazione.

https://www.bodhilinux.com/

KNOPPIX

Knoppix è in giro da oltre 20 anni, progettata dal tedesco Klaus Knopper su una base Debian GNU/Linux. Il suo scopo dichiarato è l'utilizzo in sessioni Live ed è una delle distro di questo tipo più complete a livello software. Mi pare sia stata la prima distro a prevedere l'utilizzo del sistema operativo completo da un DVD anche prima dell'installazione.

Può quindi essere eseguita su qualunque computer senza installazione. Prestazioni fenomenali ed un ottimo sistema di compressione dati permette di avere oltre 12 GB di programmi nell'immagine ISO di poco più di 4 GB di peso. Dimensioni esatte per essere masterizzata anche su DVD.

schermata di Knoppix
Schermata di KNOPPIX

L'unica immagine ISO supporta contemporaneamente architetture a 32-bit e 64-bit grazie ad un raffinato meccanismo di riconoscimento automatico dell'hardware ospite.

Sicuramente il suo scopo è riunire in un sistema operativo portatile, in un unico supporto, quanto più software possibile. Per mostrare cosa si possa fare con Linux, quindi per motivi didattici, per recuperare sistemi operativi difettosi. O anche solo per giocare con decine di videogiochi disponibili o per la tranquillità di poter usare ovunque ti trovi un programma particolare per risolvere qualche esigenza.

Crea un supporto USB con l'immagine e potrai collegarti ad internet anche tramite Wifi e nel menu dell'ambiente grafico Lxde, troverai di tutto. Magari non affiderei attività web delicate ai browser Chromium e Firefox integrati in versioni davvero troppo datate per considerarle sicure. Almeno nella versione 9.1 da me provata che risale ad un paio di anni fa.

Ma cerca nella categoria Knoppix del menu Install Knoppix to flash disk ed una procedura ti guida all'installazione su hard-disk oppure alla preparazione di un differente supporto USB con opzioni di persistenza. In grado di girare su computer nuovi o d'antiquariato con Pentium 3 e 256 MB di RAM.

http://knopper.net/knoppix/index-en.html

LMDE (Linux Mint Debian Edition)

Potrei mai non citare Linux Mint visto nella sua edizione basata su Debian? Molti sanno che Linux Mint è un sistema operativo molto facile da avvicinare per un principiante. Che prevede tre edizioni basate sulla concomitante versione LTS di Ubuntu cioè quella per cui sono previsti aggiornamenti per 5 anni. Sanno anche che Linux Mint aggiunge ma toglie anche dalla base Ubuntu così tante cose da strappare proprio ad Ubuntu utenti insoddisfatti.

In pochi però sanno che Linux Mint sviluppa anche un'edizione, ritenuta strategica per un eventuale futuro senza Ubuntu. Ed ecco quindi un aspetto identico all'edizione Cinnamon per garantire un'esperienza d'uso e una semplicità pari all'edizione ammiraglia. Installi e aggiorni sistema operativi e tutti i programmi con un clic. Ed LMDE è quindi adeguatissima a computer nuovi, o anche no, nella versione 64-bit ma con supporto anche per computer residuati bellici con architetture a 32-bit.

Schermata di LMDE 5
Schermata di LMDE 5

La dotazione software è la medesima dell'edizione Cinnamon. Assai completa per molte esigenze di un utente comune. Le ISO di LMDE infatti comportano lo scaricamento di circa 2 GB ciascuna. Puoi usare tutte le edizioni di Linux Mint, LMDE compresa, anche solo in sessioni Live oltre che installarle.

L'unica differenza tra LMDE e le altre edizioni sta nella procedura di installazione che per LMDE è la stessa di Debian GNU/Linux anziché quella di Ubuntu. E ovviamente che installi programmi aggiuntivi dagli archivi Debian e non di Ubuntu.

Immaginando quindi che si installi LMDE a 32-bit in un computer con uno schermo a risoluzione di 1366x768 come nei portatili di circa 15 anni fa ed ecco l'impegno di RAM che le ultime novità dell'ambiente Cinnamon possono garantire. Poco più di 600 MB con il sistema a riposo e si supera 1 GB solo con browser, LibreOffice e TV in streaming contemporaneamente in esecuzione.

Con gli aggiornamenti applicati LMDE 5 Elsie ha il medesimo aspetto di Linux Mint 21.1 Cinnamon. E visto che ci sono ne approfitto per un annuncio promozionale: da qualche giorno nelle librerie digitali è disponibile il mio nuovo ebook Manuale d'uso di Linux Mint Cinnamon aggiornato proprio alla versione 21.1.

Supporto per audio e video in ogni formato, WiFi, bluetooth, webcam, driver per schede grafiche NVIDIA e tutti i programmi da sempre apprezzati in Linux Mint Cinnamon, fanno di LMDE un'ottima scelta per un principiante, in computer di ogni età e caratteristiche.

https://www.linuxmint.com/download_lmde.php

Peppermint OS

Peppermint OS ha fatto della leggerezza e di requisiti hardware minimi uno dei propri scopi principali. Drastici cambiamenti affrontati di recenti non hanno soddisfatto una bella fetta dei suoi già affezionati utenti. Oggi Peppermint OS prevede edizioni basate su Debian e su Devuan, una versione di Debian modificata sostituendo il meccanismo di inizializzazione systemd con sysvinit.

Viene distribuita con l'ambiente desktop Xfce ma il file manager predefinito è Nemo, quello dell'edizione Cinnamon di Linux Mint.

Una delle slide che accompagnano l'installazione chiarisce che si possono installare pacchetti nativi per Debian, Flatpak e pacchetti snap dallo store di Ubuntu. Gli ultimi due store non sono preinstallati ma si possono installare in un attimo dai repository Debian, anche in forma grafica installando GNOME software, piuttosto che ricorrendo al gestore pacchetti Synaptic presente in tutte le distro su base Debian.

schermata di Peppermint OS
Schermata di Peppermint OS

Le immagini ISO sono avviabili in sessioni Live e prevedono la medesima procedura di installazione guidata di Ubuntu, Linux Mint e altre distro facili. Non puoi che installare stabilmente Peppermint OS dal momento che la dotazione predefinita è minima e non include nemmeno un browser.

Peppermint OS ambisce ad essere una alternativa open-source a Chrome OS, il sistema operativo dei Google Chromebook. Perché oltre alle applicazioni desktop prevede un sistema di utilizzo di altre app nel cloud attraverso finestre del browser e per il tramite di un'utilità chiamata ICE.

Oltre ad ICE, caratteristico della distribuzione è Pephub, un centro di controllo appositamente realizzato con parte delle caratteristiche dal centro di controllo di Xfce ed altre, specifiche che consentono l'automazione del controllo della disponibilità di aggiornamenti.

L'edizione a 32bit richiede almeno 1 GB di memoria RAM e 10 GB di spazio su disco, mentre per quella a 64 bit sono richiesti 4 GB di RAM, processore multi-core e almeno 32 GB di spazio su disco. Ma il sistema a 64-bit avviato, prima di svolgere attività, impegna poco più di 400 MB.

https://peppermintos.com/

Puppy Linux

Ujn'altra tra le distribuzioni GNU/Linux leggere che segnalo è Puppy Linux. Progetto australiano indipendente, non deriva cioè da altre distribuzioni come Ubuntu, Linux Mint o elementary OS. Leggerissima ma completa, viene distribuita in versioni ufficiali e non ufficiali.

A differenza di altre distribuzioni, Puppy Linux, nelle sessioni Live, carica nella memoria RAM, non solo il sistema operativo, ma anche tutti i programmi che lo accompagnano. È quindi molto adatta all'uso anche senza installazione con prestazioni significativamente superiori rispetto all'installazione anche su SSD. Puppy Linux è infatti perfetta per l'uso via USB perché puoi salvare documenti e modifiche nel supporto c.d. persistente e portare con te il sistema operativo sempre completo per utilizzarlo su qualunque computer.

schermata di Puppy Linux
Schermata di Puppy Linux

Ogni edizione è compatibile con differenti versioni di Ubuntu anche se non si basa su tale sistema operativo. Puoi quindi installare i tantissimi software disponibili per Ubuntu senza problemi. Ci sono anche versioni compatibili con la distribuzione Slackware, meno adatte ad un principiante. Altre ancora compatibili con architetture ARM tipiche di Raspberry, mini PC, smartphone e tablet.

L'aspetto più interessante di Puppy Linux è che il supporto di vecchie versioni non viene abbandonato. Ad esempio Ubuntu 18.04 LTS dal prossimo aprile non riceverà più aggiornamenti di sistema e di sicurezza e non ci saranno più distribuzioni Linux a 32-bit derivanti da Ubuntu aggiornate e sicure. Ma l'edizione di Puppy Linux compatibile con Ubuntu 18.04 a 32-bit, continuerà a ricevere aggiornamenti di sicurezza per il sistema e i programmi

L'immagine ISO delle versioni compatibili con Ubuntu, passa da poco più di 300 MB per quelle a 32-bit ad oltre 600 MB per le altre. Puoi usarle in computer fissi e portatili anche con 1 GB di RAM soltanto. Ho infatti verificato che la versione 9.5 fossapup a 64-bit impegna circa 600 MB di memoria RAM in una sessione Live se non stai facendo altro.

Sia che tu utilizzi PuppyLinux da supporto USB, sia che tu desideri installarlo definitivamente, il tutto è assai semplice da gestire anche per un principiante. Una comunità vasta è disponibile nel forum molto attivo. Al termine della sessione Live puoi salvare modifiche e documenti grazie ad un sistema di persistenza automatico che salva il tutto nello spazio residuo disponibile nel supporto.

https://puppylinux-woof-ce.github.io/index.html

Q4OS

Q4OS è un sistema operativo completo, pulito e assai affidabile. La base è la concomitante versione stabile di Debian GNU/Linux. Per questo si presta perfettamente all'utilizzo su computer nuovi così come assai vecchi, a 64-bit e 32-bit.

Viene rilasciato con l'ambiente desktop KDE Plasma, lo stesso di Kubuntu e con una serie di temi preconfigurati per assomigliare a differenti versioni di Windows oltre che proprio a Kubuntu.

schermata di Q4OS Trinity
Schermata di Q4OS

Ma il suo punto di forza è l'opzione desktop Trinity. Un ambiente grafico semplicissimo, leggero ed efficiente che ricalca quello di Windows XP. Snobbato ingiustamente da tutte le più famose distribuzioni. Per l'edizione Trinity a 32-bit i requisiti hardware minimi sono ridicoli: microcessore single core a 300MhZ tipo Pentium III, 256MB di RAM e 3GB di spazio libero su disco. Come Windows XP. Che però è un sistema operativo del 2001 che non riceve più aggiornamenti dal 2006!

Se per le edizioni Plasma e Trinity a 64-bit puoi scaricare una immagine ISO utilizzabile anche in sessioni Live prima dell'installazione, se vuoi l'edizione Trinity a 32-bit, dovrai selezionare l'immagine ISO minima che installa a richiesta il necessario.

Q4OS viene fornito con software essenziale ma una finestra di utilità consente l'installazione di codec multimediali per riprodurre formati audio video, può installare driver proprietari per schede NVIDIA e supporta connessioni di rete WiFi senza problemi.

A differenza di qualunque altra distribuzione, prevede un sistema di installazione eseguibile anche dall'interno di Windows, per un approccio al dual boot cioè alla convivenza dei due sistemi operativi che non ha simili.

https://q4os.org/

SparkyLinux

SparkyLinux è un altro tra i sistemi operativi Linux leggeri che mi sento di segnalare. Vive delle donazioni dei propri utenti, si dichiara non proprio adatta a principianti assoluti del pinguino. Una base di conoscenza di Linux è indispensabile per apprezzare i suoi punti di maggiore forza. Eppure nel forum ufficiale, la sezione principianti è tra le più attive.

E sia la prova da Live in italiano sia l'installazione sono state assai semplici.

schermata di SparkyLinux
Schermata di SparkyLinux

Puoi scegliere un sistema operativo completo con una base di programmi più che sufficiente già a fine installazione. Oppure una dotata di interfaccia grafica minima con Openbox: un desktop senza icone con un solo menu per aprire tutti i programmi e le finestre di impostazioni. Infine c'è una versione completamente personalizzabile in fase di installazione ma richiede la temuta riga di comando. In tutti i casi, oltre alla dotazione software predefinita hai a disposizione repository ufficiali specifici di questa distro, con un'ampia gamma di programmi aggiuntivi installabili con semplicità.

Trovi edizioni, sia a 32-bit che 64-bit. Alcune basate sul ramo stabile e altre su quello testing di Debian GNU/Linux. Maggiore stabilità ed affidabilità per le prime, programmi più nuovi e supporto per computer più recenti per le seconde. Le prime possono davvero essere usate da tutti mentre le testing sono adatte ad un pubblico di utenti più esperto.

Le edizioni per così dire complete, sono disponibili con decine di ambienti desktop differenti preconfigurati. Tra cui i più leggeri disponibili per Linux. L'edizione LXQt che sembra essere la più consigliata. SparkyLinux prevede anche edizioni speciali per l'installazione in computer più recenti con ambienti desktop di tutto rispetto. Una per videogiocatori, una per applicazioni multimediali ed una per il recupero di sistemi operativi con problemi.

Minimi i requisiti hardware. Può bastare 1 GB di memoria RAM e un processore single core. Ho verificato un impiego di poco superiore a 250 MB a sistema avviato nell'edizione a 32bit. Tutte le edizioni sono comunque adeguate per l'utilizzo esclusivo da supporto USB specie per computer più vecchi.

https://sparkylinux.org/

Tiny Core Linux

Tiny Core Linux merita di essere tra le distribuzioni GNU/Linux leggere che segnalo. Progetto americano indipendente, si definisce veloce, semplice, modulare, estensibile. Ambisce ad essere più leggera possibile come il nome "minuscolo" suggerisce e questo ha certamente dei vantaggi, come il fatto che il sistema operativo è distribuito in file da 15 e 20 MB nelle edizioni previste solo in inglese e senza supporto per connessioni WiFi.
Una edizione PLUS da circa 160 MB include però il supporto per tastiere internazionali e per l'utilizzo di connessioni WiFi.

Il sito web ufficiale è davvero curatissimo e fa venire voglia di scaricare subito una copia del sistema operativo per metterlo alla prova... No, sto scherzando. Sembra realizzato negli anni 90 dal cugino mago del computer ed è privo di certificato SSL.

Tiny Core può essere avviato da qualunque tipo di supporto USB, schede di memoria, DVD con una velocità fulminea. Il sistema viene caricato nella memoria RAM del dispositivo, senza toccare eventuale hard-disk. All'avvio, puoi scegliere differenti gestori di finestre per interagire con il sistema. Sono tutte soluzioni minime, per dirottare tutte le poche risorse non sull'aspetto del desktop ma sui programmi.

schermata di Tiny Core
Schermata di Tiny Core

Quello predefinito, DWM impegna circa 60 MB di memoria RAM e permette di aggiungere moduli al nucleo di base, a seconda delle esigenze. TinyCore infatti è previsto principalmente per l'utilizzo senza installazione.

L'elenco dei programmi preinstallati è minimo ma un'apposita utilità permette di scaricare applicazioni aggiuntive che puoi usare solo durante la sessione corrente, caricandole anch'esse nella RAM. Ma puoi salvarle nello spazio ancora disponibile nella chiavetta grazie alla persistenza. Successivamente puoi caricarle automaticamente nella RAM con il sistema ad ogni successivo avvio. Oppure lasciarle nella chiavetta e caricarle nella RAM solo su richiesta.

Tiny Core cerca di rendere l'integrazione con altri programmi più semplice possibile. L'utilità Appbrowser si prende cura anche di gestire file dipendenti che spesso accompagnano i programmi per Linux.

Una volta salvate nel supporto tutti i programmi che ti servono, non hai più nemmeno bisogno di una connessione internet. E grazie al fatto che puoi caricare e scaricare al volo dalla memoria RAM ognuna di esse, Tiny Core permette di svolgere diversi compiti anche in un computer con 256 MB di RAM.

Una minuscola dock sul lato inferiore ed un menu completo che si apre con il clic del pulsante destro sono le modalità per interagire in forma grafica con il sistema. Come anticipato si può scegliere anche una installazione definita frugale, perché in effetti solo due minuscoli file hanno bisogno di essere installati su hard-disk. L'avvio può essere personalizzato con appositi codici che l'utente dovrà verificare per personalizzare la chiavetta o scheda di memoria.

Il sistema di installazione prevede una interfaccia grafica e tante informazioni sono disponibili nel sito ufficiale ma Tiny Core mi pare rivolta ad un pubblico di nicchia.

http://www.tinycorelinux.net/

Void Linux

L'ultimo dei sistemi operativi Linux leggeri a 32 bit che segnalo è Void Linux. Distribuzione spagnola indipendente, creata da zero sul kernel Linux e disponibile per piattaforme a 64 e 32 bit, Raspberry e altri dispositivi ARM.

Si dichiara orientata alla stabilità piuttosto che alla disponibilità di nuove funzioni ma i continui aggiornamenti e l'attuale kernel 5.19 ne fanno comunque una distribuzione rolling.

Inizializzazione di servizi e sistema sono affidati a runit, appositamente sviluppato Per Void Linux. Anche il gestore di pacchetti XBPS è realizzato appositamente per Void e prevede una utilità per semplificare la compilazione automatica di codici sorgenti per l'installazione di nuovi programmi. Ma anche programmi c.d. precompilati in binari sono supportati ed installabili.

schermata di Void Linux
Schermata di Void Linux

Una caratteristica particolare di Void Linux è il supporto per differenti librerie del linguaggio C, su cui vari sistemi Unix sono basati.

Void Linux viene fornito in una edizione base con software minimo e installazione via internet, o con l'ambiente desktop Xfce. Ma sono supportati anche altri ambienti desktop. Per entrambe l'utente può scaricare anche un file .ISO che consente l'avvio e l'utilizzo in sessioni Live. Le ISO pesano rispettivamente circa 700 MB e 1 GB per le rispettive edizioni base e desktop.

Il sistema impegna circa 350 MB di RAM a riposo. Poi però apri un browser e ti rendi conto che certe attività con 1 GB di RAM oggi sono davvero difficili da compiere. Anche se ho provato Void in due differenti computer, cercavo le impostazioni audio perché non sentivo suoni ed ho scoperto che dovevo installare prima il server ALSA ed eventualmente pulseaudio, il tutto da terminale.

Non credo che qualcuno possa consigliare Void ad un nuovo utente di Linux malgrado la ricca documentazione in inglese disponibile nel sito ufficiale. L'installazione deve infatti venire avviata da terminale invocando il comando void-installer e non di rado ci si trova a personalizzare e modificare flag di avvio, cercare driver appropriati anche solo per far funzionare l'audio.

https://voidlinux.org/

Conclusioni

Ho segnalato 10 differenti sistemi operativi Linux leggeri e a 32-bit. Ho preso in considerazione soltanto quelli che supportano anche architetture hardware di PC così vecchie. Più scopro le possibilità derivanti dall'ampia scelta che l'universo Linux mette a disposizione, più mi rendo conto che questa varietà, anche se può disorientare un principiante di Linux, sia la sua incredibile forza. Perché tutte queste versioni invece che una sola chiedono quelli abituati a sistemi operativi Win e Mac. Perché ognuna di esse ha uno scopo ben preciso e si distingue da tutte le altre in qualcosa che sa fare meglio. E quando lo comprendi, ti rendi anche conto, che a seconda delle esigenze, puoi usarne diverse e non una sola.

W il software libero e il recupero di computer che sarebbero destinati allo smaltimento. Alla prossima!

Diffondi la conoscenza!

24 commenti su “Sistemi operativi Linux leggeri e a 32-bit”

  1. hai fatto bene a citare ANtix : in periodo covid mi sono ritrovato ad avere a disposizione solo un vecchissimo notebook con centrino (con XP ormai difficilmente navighi …) e con Antix sono riuscito a fare quelle 4 cose minime che però mi servivano, diciamo che come soluzione di emergenza è stata una manna dal cielo. Mint LMDE molto bene sul mio pc di backup tanto che pensavo di usare per sostituire Mint 21.1 sulla macchina da cui scrivo, anche se il sw è più datato, ad una prima impressione mi sembra che sia più fluido … sempre interessanti i tuoi articoli, continua così
    Mandi (sono friulano …) Dario

    Gianni

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    • Ciao Gianni! Gradita conferma per Antix. Anche l’apprezzamento per LMDE. In effetti il discorso del parco software aggiornato dipende dal momento. Quando uscì Elsie, Mint era indietro come kernel e tutto. Ora il contrario. Dopo il rilascio di Debian 12 e una versione 6, forse LMDE tornerà in vantaggio. Ma concordo e confermo esperienze di altri, passati alla 21.1 Cinnamon dalla 19.3 per la prossima scadenza del supporto e tutti confermano migliore reattività. Insomma davvero con il tempo si alleggerisce perché non ha certo lo scopo di rendere vecchio il tuo computer ma di fartelo sfruttare sempre meglio.
      Grazie per gli apprezzamenti. Mandi!

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  2. Ottima trattazione come sempre, Dario: tra le distro leggere darei, comunque, un’occhiata pure all’ottima Loc-OS Linux (32 e 64 bit) su base Debian con desktop LXDE; l’ho provata su diversi computer datati e gira davvero alla grande, anche con 2/3 GB di RAM! https://loc-os.sourceforge.io/

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    • Ti suggerirei Trisquel 9 mini, se il supporto non scadesse a fine aprile 2023. Alternativa interessante GNUINOS.

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      • Ciao Giancarlo! Ti ringrazio perché GNUINOS non l’avevo nemmeno sentito nominare e ho appena visto la filosofia. Interessante, preso nota e approfondisco! Grazie ancora

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  3. Salve!
    L’architettura a 32 bit è ancora ben mantenuta, meno male! Oltre alla mitica DEBIAN e a quelle citate nell’articolo e nei commenti ho trovato le seguenti “distros”, tutte a 32 bit:
    DEVUAN, REFRACTA, EXE GNU/Linux, EMMABUNTÜS, BUNSENLABS, ELIVE, KANOTIX, KALI LINUX, RASPBERRY PI Desktop, SLACKWARE (la più antica di tutte), SLACKEL, SLAX, SALIX, PORTEUS, S15PUP32 (basata su Slackware 15), VANILLADPUP 9.2.X, LX PUPJAMMY 32, FREE BSD, OPENBSD, NOMAD BSD, NET BSD, MIDNIGHT BSD, MAGEIA, OPEN MAMBA, ALT LINUX, ROSA FRESH, SIMPLY LINUX, PLOP LINUX, NIXOS ALPINE LINUX, GUIX (software libero), OPENSUSE TUMBLEWEED, CEREUS LINUX.
    E chissà quante altre. Speriamo che le mantengano ancora per un bel po’. Grazie per l’attenzione. Ciao!

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    • Ciao Giancarlo! Grazie a te! Grande carrellata e anche oltre Linux viste le BSD. Almeno 4 non le avevo mai sentite nominare. Approfondisco!

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      • Ciao, Dario!
        In proposito mi piace molto la tua ultima frase nell’articolo. Evitando percorsi di apprendimento in salita, con alcune distros a 32 bit si possono ancora utilizzare desk pc, note e netbook per un comodo surfing in internet, scrivere documenti ed e-mails e vedere video su YouTube, per es. Io, dopo l’aggiornamento di sicurezza gratuito di Lubuntu 18.04.6 con Ubuntu Pro per altri 5 anni, utilizzo ancora un vecchio desk pc con il quale ti scrivo, dotato ancora di slot per floppy disk da 3,5 pollici e potenziato al massimo, a costi veramente modici, sia con tutta la RAM disponibile, sia con il processore Pentium 4 Prescott da 3,4Ghz. Inoltre, su un notebook HP510 single core, comprato nel luglio 2007, gira alquanto bene “Trisquel 9.2 mini”, mentre su un vecchio netbook ASUS Eepc ho installato Q4OS con DE “Trinity”, da te menzionato nell’articolo, che in verità utilizzo, dopo adeguato aggiornamento tramite riga di comando, solo quando vado in vacanza per comodità di trasporto e leggerezza.
        Anche OpenSUSE Tumbleweed è abbastanza facile, buona la disponibilità di documentazione da consultare, l’unico fattore da tenere in considerazione è solo quello che gira bene su sistemi dual core a 32 bit, per es. un processore Intel® Core™ Duo T2600, presente nel mio caso su un altro notebook. E, non ultimo, si possono risparmiare bei soldini senza alcuna necessità di ricorrere a costosi pc a 64 bit, che costringono gli utenti ad utilizzare obbligatoriamente Windows 10 o 11 in maniera “forzosa”.
        Il tuo sito e i tuoi articoli mi piacciono perchè promuovono informazione vera ed utile. Spero che molti li leggano acquisendo nel contempo una maggiore consapevolezza. Ciao

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        • Grazie Giancarlo per il racconto con le tue esperienze! Anche per gli apprezzamenti e auguri. Spero che anche il tuo commento venga letto non meno dell’articolo. Grazie ancora.

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    • Se intendi che i PC a 32bit sono ormai rari, è vero. Ma che le distro a 32-bit siano obsolete non è vero perché tutte le derivate di Debian e alcune Arch ancora le supportano.

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        • @ Mario Rossi
          Il 10.03.2023 ho fatto un elenco di distros a 32 bit ancora supportate, quindi non obsolete, anzi perfettamente funzionanti visto che vengono pubblicate le immagini ISO. Chi le mantiene e le pubblica aggiornate, lo fa per disparati motivi e sono sicuramente persone estremamente valide che non hanno la mentalità da discarica come la tua!

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          • Si Giancarlo ma…

            Uno dei problemi principali del “software libero” è la quantità di risorse che sono sprecate a reinventare la stessa ruota o anche ad inventare la ruota quadrata.

            Facciamo un esempio.
            Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana…

            Era il tempo in cui c’era un bel Desktop Environment di matrice tedesca, KDE. Con i suoi menu e le icone plasticose.
            Un giorno non ho mai capito chi e con quale autorità, decise che KDE 3 non andava bene e che bisognasse rifare tutto da capo con KDE 4, partendo dalla idea che “tutto è un plasmoide”.
            Cosa essere un “plasmoide”?
            Un contenitore.
            Quindi a parte che non funzionava un cavolo, tu aprivi il desktop e non c’era niente tranne un “plasmoide” che conteneva potenzialmente altri “plasmoidi”. Ti domandavi “e quindi?”.

            Risultato, attorno a KDE 4 si fa il deserto.
            La gente è costretta a migrare verso i vari desktop GTK.

            Passa un po’ di tempo e a qualcuno viene in mente “uffa Gnome 2 va rifatto da capo, per Gnome 3 basta con la idea della “scrivania” e dei “menu”. Poi, per non farci mancare niente, rifacciamo anche GTK in modo che ad ogni rilascio sia incompatibile con la versione precedente”.

            Qui attorno a Gnome 3 non si fa il deserto solo perché non c’erano molti posti dove scappare ma una diaspora verso tutti i “desktop legacy” e la germinazione di “fork” superflui comunque è stata ovvio ed inevitabile, vedi Cinnamon, visto che siamo in tema.

            Invertendo la direzione, ci sono delle distribuzioni che ripropongono KDE 3 che se non sbaglio è stato ribattezzato “Trinity”, cosi come ci sono distribuzioni che propongono Gnome 2 nella incarnazione “Mate”.

            Ha senso?
            A me sembra un po’ come andare in giro col velocipede.
            Funziona?
            Si funziona.
            E’ divertente?
            Diciamo che è divertente.
            Può avere uno scopo pratico?
            No.

            A me non verrebbe mai in mente un fork di Gnome a meno che io non sia una mega-corporation tipo Google e allora posso anche inventarmi qualcosa da zero perché ho le risorse per fare qualsiasi cosa.

            Come dicevo in precedenza non capisco il signor Mint che sceglie di fare Cinnamon sapendo in partenza che sul lungo periodo mantenere la “parità tecnologica” con Gnome sarà insostenibile, visto che nello stesso momento si spendono risorse per XFCE, Mate, Budgie, c’è gente che lavora a Unity e poi ci sono non so quante distro che ripropongono cose veramente legacy come Fluxbox, JWM o Openbox.

            Ci sono distro a 32 bit, perfetto.
            Ci sono anche Haiku (32 bit) e ReactOS (Windows semi-compatibile).
            C’è anche BSD, il fantasma, quello almeno serve per i server, forse.

  4. Dici cose vere sul software open-source ma a me sembra che tutto giri in questo modo, non so se conosci il mondo Microsoft che fa esattamente la stessa cosa sia con il suo SO che con le compatibilità con i vari framework, dll, e linguaggi software che da un momento all’altro non si compilano più ….
    Ma anche il mondo HTML, CSS non scherza anche se almeno questi cercano di mantenere le compatibilità con le precedenti versioni.
    Per quanto riguarda il velocipide, non sono per nulla d’accordo, forse abiti in posti di montagna, perchè ti assicuro che ad esempio qui a Bologna, è non utile ma in molti casi indispensabile!

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  5. Ciao,
    ti seguo da un po’ di tempo e, oltre ai contenuti, apprezzo tantissimo il tuo garbo.
    Sono diventato un appassionato di Linux e lo uso su tutti i PC che ho a casa (salvo uno dove ho Windows in cui una certa applicazione professionale non ha controparte Linux, ahimè).
    Ma per il resto non c’è partita.
    Sono riuscito a ridare vita a vecchi portatili che ora girano come schegge. Cosa mai vista prima con Redmond!
    Molti sono a 32 bit e per le mie esigenze di programmazione ho installato Antix che ha tutto ciò che mi serve.
    Scrivo perché sollecitato da alcuni commenti, secondo me poco intelligenti, circa l’inutilità di sistemi a 32 bit. Cosa evidentemente non vera visto che nell’uso quotidiano non percepisco differenze tra 32 e 64. L’unica “grande” differenza è la velocità tra sistemi Windows e Linux che vedono quest’ ultimo trionfare su tutta la linea. Esperienza personale.
    Grazie dell’ attenzione e buon proseguimento.
    Pietro

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    • Grazie Pietro. AntiX è l’ultima speranza per hardware poco dotato. E in effetti è un bene che ci sia ancora supporto per queste architetture. Mi fa piacere che tu riscontri la maggiore snellezza di Linux a cui però non manca nulla. Ciao.

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  6. Ciao, su un vecchio asus eeepc 1101 (intel atom, ssd 128 giga e 2 giga di ram) ha avevo installato lubuntu perché windows xp non era più supportato. Oggi accendo il computer dopo molto tempo e credo che abbia fatto un aggiornamento, risultato? Non partiva più, o meglio partiva ma poi mi ritrovavo davanti ad uno schermo nero. Faccio una ricerca su google e scopro questo articolo. Ho fatto varie prove con alcune distro (alcune non funzionavano mentre altre tipo Puppy non si installavano su hard disk), alla fine ho provato con successo q4os e va una meraviglia (rapportato ovviamente al tipo di hardware). Può sempre servire un computer di riserva, adesso parte e volendo potrebbe fare qualcosa. Forse avrei dovuto provare prima antix ma alla fine ho tenuto la prima che ha funzionato.
    Dimenticavo di dire che non capisco nulla di linux ma ti ringrazio per il lavoro che hai fatto nell’elencare distro a 32 bit.

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    • Ciao. Possibile che un kernel aggiornato crei problemi in un vecchio netbook. Talvolta sorge la necessità di alleggerire il tutto e si tende a sacrificare hardware considerato desueto. Ma mi fa piacere che trovi fluida l’esperienza con Q4OS che è stata una piacevole scoperta anche per me. AntiX è l’ultima spiaggia ma spero tu non ne abbia bisogno almeno per ora. Ti ringrazio anche per l’apprezzamento sull’argomento!

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