Indice articolo
- 1 Linux non serve a niente
- 2 Lo pensavo anche io, poi...
- 3 È difficile da installare e configurare
- 4 Non ci sono driver per le periferiche
- 5 Non ci sono programmi
- 6 È difficile da aggiornare
- 7 Serve il terminale e la riga di comando
- 8 Non è compatibile con molti formati e con Windows
- 9 Con Linux non ci giochi
- 10 Non ci fai grafica e multimedia
- 11 È meno stabile e sicuro
- 12 Non funziona con nuovi e vecchi PC
- 13 Non c'è assistenza
- 14 Lo userebbero tutti se fosse valido
- 15 Una realtà diffusa
- 16 Conclusione
“Con Linux non ci fai niente.” È una frase che talvolta mi capita di leggere, assieme ad altre, ricorrenti, soprattutto da chi non ha mai provato seriamente Linux oppure lo ricorda com'era anni fa. Oggi voglio smontare alcuni luoghi comuni diffusi, perché la realtà è molto diversa ed è opportuno superare paure ingiustificate.
Linux non serve a niente
Da anni ricevo quotidianamente messaggi a proposito dell'utilizzo di Linux nel computer di tutti i giorni. La stragrande maggioranza di essi è carica di entusiasmo e sorpresa per la scoperta di un sistema operativo immediato, semplice da installare e pronto all'uso per l'utilizzo della gran parte degli utenti. E di solito riferito ad esperienze con Linux Mint oppure Zorin OS.
Ma più di rado, in modo più o meno garbato, ve ne sono alcuni di segno opposto. Il contenuto è quasi sempre il medesimo. "Con Linux non ci fai niente" o "Per Linux non ci sono programmi" o "Va bene in un server ma non altro", "serve la riga di comando e di essere amministratori di sistema per poterlo usare" fino alla conclusione che se fosse davvero valido, in quanto gratuito, lo userebbero tutti.
Lo pensavo anche io, poi...

Lo confesso: anni fa pensavo le stesse identiche cose. Difendevo Windows a spada tratta. Poi, invece che esprimere giudizi basati su saltuarie e rapidissime prove di qualche versione di Ubuntu avviata temporaneamente da un DVD, ho desiderato approfondire maggiormente.
Ero stanco di Windows e volevo verificare se sarei stato in grado di far funzionare tutte le mie periferiche e trovare software alternativi a quelli da me usati per oltre 20 anni in una professione informatica fatta di sviluppo siti web e applicazioni, grafica, animazione ed editing audio e video.
Da anni affido a Linux e al software libero ogni mia attività lavorativa e di svago e la mia opinione è ribaltata. Grazie al tempo che vi ho investito e all'evoluzione rapidissima cui i sistemi operativi Linux per desktop e relativi programmi sono soggetti.
Desidero quindi affrontare alcuni di questi luoghi comuni che sono talvolta basati su giudizi superficiali oppure riferiti ad esperienze fatte in passato e con un singolo e magari sfortunato computer.
È difficile da installare e configurare
Partiamo dall'inizio: installare Linux. Una volta era effettivamente molto complicato. Si dovevano scaricare i codici sorgenti del kernel, il cuore del sistema operativo e poi, come si dice, compilarli manualmente sulla base del proprio hardware e delle proprie esigenze. Se il risultato della trasformazione da codice di programmazione intellegibile dall'uomo, negli 0 e 1 di un programma eseguibile da una macchina non era soddisfacente, l'operazione andava ripetuta. Ed era solo l'inizio.
Oggi invece le distribuzioni moderne prevedono procedure guidate molto spesso persino più semplici e rapide rispetto a quelle di Windows. Ad esempio si può affiancare automaticamente Linux in un computer già dotato di Windows, semplicemente trascinando un cursore per decidere la ripartizione dello spazio su disco. Operazione che non puoi compiere se installi Windows in un computer con Linux.

Puoi persino utilizzare temporaneamente il sistema operativo senza installarlo e senza sfiorare l'hard-disk. Esso viene caricato nella sola memoria RAM del computer e ti permette di risolvere problemi o verificare in anticipo che tutte le periferiche funzionino, ancora prima di installare. Windows questo non lo fa.
Dopo una decina di minuti hai già davanti a un sistema pronto all'uso, con un desktop completo e programmi di uso quotidiano già inclusi. Non serve alcuna integrazione software per usare una suite di programmi da ufficio, per leggere e modificare documenti, riprodurre formati audio e video di ogni genere, fare scansioni, sincronizzare documenti con servizi cloud noti.
Non ci sono driver per le periferiche
Un altro pregiudizio riguarda le periferiche, specialmente stampanti, scanner, webcam e chip WiFi. La verità è che oggi la maggior parte di questi dispositivi funziona subito, appena collegato. Il supporto hardware è incredibilmente migliorato negli ultimi anni, anche grazie al contributo diretto di alcuni produttori.

Linux Mint ad esempio include i driver per stampanti HP e ti basta solo collegarle. È persino possibile stampare senza driver per la stampante. In ogni caso, tutti i produttori di stampanti e scanner prevedono oggi driver per LInux. Di regola, scarichi il file, fai doppio click e premi Installa.
Se il tuo computer non è tanto fortunato, il WiFi non funziona e devi trovare l'apposito driver, spesso dipende dal suo produttore che non consente per motivi di copyright l'inclusione gratuita nel sistema operativo, né di replicarli facilmente per un supporto nativo.
Non ci sono programmi
C’è poi chi dice: “su Linux non ci sono programmi”.
In realtà esiste un centro software, una sorta di app store virtuale, in cui sono presenti decine di migliaia di programmi, suddivisi per tipologia, che si installano con un click.

Per ufficio, navigazione, posta elettronica, multimedia e creatività trovi alternative libere e gratuite, e molti programmi multipiattaforma che già conosci: Firefox, LibreOffice, GIMP, Audacity, Steam, solo per citarne alcuni.
Se non trovi programmi come Photoshop o AutoCad non è colpa di Linux ma delle rispettive case software che trascurano una fetta sempre più importante di utenti.
E anche in questi casi vi sono validissime alternative che sono utilizzate in ambito professionale, che liberano gli utenti da costi di licenze e formati che obbligano ad usare uno specifico programma per essere gestiti.
È difficile da aggiornare
Alcuni dubbi, timori o false credenze, riguardano le modalità per scoprire se vi sono aggiornamenti del sistema e per applicarli.
Ma gli aggiornamenti su Linux sono centralizzati, rapidi e poco invasivi. Quasi tutte le distribuzioni attuali rivolte all'utente comune, ne ricevono per 5 anni dalla data del loro rilascio. E durante l'utilizzo quotidiano controllano automaticamente la disponibilità.
Quando vi sono aggiornamenti, in un solo colpo aggiorni il sistema, sicurezza, stabilità e anche tutti i programmi, sia quelli preinstallati che quelli aggiunti successivamente.

Non ci sono riavvii forzati né attese infinite: mentre lavori puoi tranquillamente installare aggiornamenti senza che il computer diventi inutilizzabile. Non hai bisogno di lasciarlo acceso di notte soltanto perché ne ha bisogno lui. Né devi interrompere le tue attività e perdere tempo prezioso in attesa di un riavvio, talvolta tutt'altro che rapido.
Inoltre molte distribuzioni popolari tra cui Ubuntu, Linux Mint e Zorin OS, prevedono procedure guidate per aggiornare il sistema operativo ad una nuova versione senza costringerti a reinstallare il sistema da zero.
Serve il terminale e la riga di comando
Altro mito: “con Linux devi per forza usare la riga di comando”. Va ammesso: un tempo era così. Ma oggi, in realtà, il temuto terminale, per l’uso quotidiano, non serve. Né per configurazioni e messe a punto, né per la soluzione dei problemi più comuni.
È vero che in molti tutorial in rete sono suggeriti spesso comandi testuali ma la ragione è che essi funzionano in tutte le distribuzioni Linux indipendentemente dalla versione, dal loro aspetto e dagli specifici programmi che hanno a disposizione.

La c.d. shell, è uno strumento potentissimo, ma è più che altro una opportunità, non è obbligatoria: quasi tutto si può fare da interfaccia grafica. Nell'archivio di software libero e aperto GitHub, sorgono di continuo nuovi progetti per consentire l'utilizzo di potenti programmi, nati per l'uso da riga di comando, con cui si interagisce però con finestre, pulsanti e interruttori.
Non è compatibile con molti formati e con Windows
Molti si chiedono se sarà possibile aprire documenti Office, PDF, immagini o video. Oppure se sarà possibile scambiare file e documenti con i propri contatti sul lavoro.
La risposta è sì: LibreOffice e OnlyOffice gestiscono ad esempio la maggior parte dei formati proprietari di Microsoft con livelli di compatibilità che migliorano di continuo, non appena viene rilasciata una nuova versione.
Sono stati entrambi dotati di una interfaccia che ricalca quella dei programmi Microsoft, per semplificare la vita agli utenti che decidono di affidarvisi.
I lettori multimediali che trovi sempre integrati in Linux leggono praticamente ogni file audio o video. I visualizzatori di PDF ed altri formati li trovi anch'essi sempre preinstallati e sono in grado di leggere anche fumetti, ebook e tantissimi altri formati di documento.
L’interoperabilità con Windows nella vita di tutti i giorni non è un problema. Puoi accedere alle cartelle Windows da Linux nello stesso PC. Puoi garantire l'accesso reciproco tra computer Windows e Linux in reti locali.
Inoltre esiste un c.d. livello di compatibilità, una specie di traduttore simultaneo di nome Wine, che permette di eseguire nativamente in Linux programmi .exe destinati a Windows.
Con Linux non ci giochi
Un capitolo a parte riguarda i videogiochi. Oggi Steam permette di giocare a migliaia di titoli Windows anche su Linux. Valve non avrebbe investito nella sua Steam Deck rilasciata con Linux se il supporto fosse scadente. Grazie a Proton, puoi applicare in un istante, a qualunque titolo le dovute configurazioni, per farlo funzionare nativamente in Linux senza necessità di essere un esperto.

In tempi molto recenti si stanno poi affermando alcune distribuzioni specificamente orientate al gaming come Garuda, Nobara, Bazzite o Batocera ad esempio. Queste integrano driver per schede NVIDIA anche molto recenti, consentono di installare e giocare immediatamente titoli Windows per Steam ed includono inoltre emulatori e giochi nativi che coprono gusti molto diversi: dal retrogaming di qualunque piattaforma ai titoli più recenti.
Per molti di questi titoli vi sono test che riportano valori di fps e fluidità persino superiori a quelli ottenuti in Windows nel medesimo hardware.
Non tutto è ancora perfetto, ma la situazione è in rapidissima evoluzione ed è molto diversa da come si immagina chi dice: “su Linux non puoi giocare”.
Non ci fai grafica e multimedia
Altro mito: Linux non è adatto a grafica e multimedia. "Finché Linux non diventa compatibile con Photoshop, Microsoft Office o AutoCad, resto con Windows".
Scelta rispettabile, ma come ho accennato non può essere Linux a garantirla, ma le case software che commercializzano tali programmi.
E a dire il vero esistono strumenti molto validi, usati anche professionalmente: GIMP e Krita per la grafica, Inkscape per il disegno vettoriale, Blender per la modellazione 3D, DaVinci Resolve o Kdenlive per il montaggio video, Ardour o Reaper per l’audio.
Ma finché non li provi seriamente e non li approfondisci, non puoi effettivamente renderti conto se possono soddisfare o meno le tue esigenze.
Così come hai imparato ad utilizzare i programmi per Windows spendendo denaro per acquistarli oppure installandoli illegalmente, saresti benissimo in grado di diventare efficiente con programmi gratuiti che non ti vincolano a questo o quel formato di file e neppure al sistema operativo con cui li vuoi usare, in quanto tutti multipiattaforma.
Linux è più quindi un sistema limitato a server o programmatori. Io stesso da anni gestisco la totalità delle esigenze di produzione di contenuti blog, audio, video, infografiche, animazioni ed editoria, solo con Linux e programmi open-source di altissimo livello. Programmi che puoi quasi sempre imparare ad utilizzare anche con Windows e MacOS perché sono resi compatibili.
È meno stabile e sicuro
Linux è notoriamente più stabile di Windows. In ambito server, vi sono computer che non vengono mai neppure riavviati. Ed è anche più sicuro di Windows e MacOS. Non che lo sia al 100% perché nessun dispositivo connesso ad internet può definirsi tale. Ed anche se l'interesse dei malintenzionati si sta spostando anche su Linux, la stragrande maggioranza dei virus in circolazione, sfrutta ancora vulnerabilità del sistema Microsoft.
È per questo che, anche se esistono, gli antivirus in Linux non sono molto usati, se non a livello aziendale. E spesso servono a impedire la diffusione di minacce per Windows.
Applica tempestivamente gli aggiornamenti che ti sono garantiti e sarai già a buon punto per la sicurezza del tuo PC Linux. Anche per operazioni delicate come gestione di conti e transazioni.
Inoltre, quando un problema viene scoperto, la comunità è molto più rapida nel correggere e rilasciare soluzioni rispetto a quanto avviene per le grandi aziende di software. Non sono io a dirlo, ma il team di sicurezza di Google, Project Zero.

Non funziona con nuovi e vecchi PC
Alcuni lamentano che il nuovissimo computer dotato di tecnologie di grido non è supportato da Linux. Questo è vero solo in parte perché lo sviluppo del kernel e dei driver è continuo e incessante. Alcune distribuzioni però sono orientate alla stabilità a lungo termine e sono molto caute nell'introdurre novità come il supporto per nuovi chip e schede grafiche. In questi casi potresti dover attendere mesi o una successiva versione del sistema operativo per porvi rimedio.
Ma vi sono distribuzioni stabili e aggiornate come Fedora o le versioni intermedie di Ubuntu, che sono rinnovate ogni sei mesi e dispongono in tempi rapidi di novità. Ma ve ne sono alcune definite rolling, spesso derivate da Arch Linux, come Manjaro, Endeavour OS o Cachy OS che introducono nel circuito degli aggiornamenti tutte le novità appena disponibili.
Anzi, un altro vantaggio concreto di Linux rispetto a Windows è la possibilità di riportare in vita computer datati. Linux non ha interessi nel mercato hardware né a farti cambiare spesso computer. È quindi un antidoto naturale all'obsolescenza programmata. Quando un sistema Linux viene aggiornato, spesso le performance migliorano e il PC diventa persino più reattivo.
Alcune versioni di Linux aggiornatissime, si accontentano di meno di 1 GB di RAM. Installa Linux in un computer fino a 15 anni di età è sembrerà rinato. La batteria di un portatile potrà durare fino al doppio rispetto all'uso con Windows.
Un PC in meno da buttare equivale ad uno in meno da ricomprare. Hanno stimato che i PC con Windows 10 inadatti a Windows 11 ammontano ad oltre 500.000 tonnellate. Sono rifiuti speciali, non facili da smaltire. E chi li vende vorrebbe produrne e farcene acquistare almeno altrettanti. Con Linux riduci consumi, sprechi e rifiuti speciali da smaltire.
Non c'è assistenza
E l’assistenza? Molti pensano che non ci sia. Ciò perché di rado i centri assistenza informatica ne forniscono anche per Linux.
In realtà la comunità è una risorsa enorme: forum, wiki, video, documentazione ufficiale.
Malgrado computer fissi e portatili con Linux siano meno di uno ogni dieci, la quantità di documentazione già presente in rete e la disponibilità di utenti smaliziati a fornire aiuto, pare nell'ordine di multipli rispetto a quelle disponibili per Windows.

Per l'utente singolo vi sono poi i LUG, i Linux User Group: se ne trovano in tutta Italia ed oltre ad organizzare iniziative come il Linux Day, offrono il proprio aiuto a chi si trovi in difficoltà con messe a punto o risoluzione di problemi. E per chi lo desidera, esistono anche aziende che offrono supporto professionale. Non è meglio risparmiare ed investire denaro per far lavorare tecnici della tua città piuttosto che continuare a far arricchire arroganti multinazionali di paesi stranieri con licenze software pagate a caro prezzo e che limitano la tua libertà e privacy?
Lo userebbero tutti se fosse valido
"Se con Linux funzionasse tutto senza impazzire, fosse facile e valido anche per lavoro, lo userebbero tutti". Questa osservazione sembra davvero impossibile da smontare. Si tratta di un tema molto complesso però. E per comprenderlo bisogna mettersi da un punto di vista opposto.
Linux non è diffuso quanto Windows, è vero, anche se negli due o tre anni ultimi anni la crescita della sua adozione vanta cifre esponenziali tanto da essere prossimo al sorpasso persino dei computer Apple.
La ragione per cui non lo usano tutti non è dovuta a limiti, complicazioni, incompatibilità o inadeguatezza per farci "cose serie". Non è questa la ragione per cui nei grandi centri commerciali anche specializzati in informatica, trovi solo i Chromebook, basati su una versione chiusa e proprietaria di Linux.
La ragione è dovuta al fatto che Linux non vuole venderti niente, non vuole e non può competere con i colossi hardware e software, per strappare su quello scaffale il posto ad un computer equipaggiato con Windows o MacOS.
Se i telefoni con Linux, cioè Android, sono i più usati al mondo, non è certo perché le persone acquistano il dispositivo, scaricano un sistema operativo e lo installano. Ma perché lo accendono e già funziona con il software che è stato previsto da chi lo vende.
Malgrado questo esistono numerose realtà commerciali anche europee che commercializzano computer anche di fascia altissima, preconfigurati con Linux.
Ed esiste un mercato di computer, rigenerati o spesso dismessi da aziende che li hanno presi con forme di leasing operativo, che sono riadattati e venduti o donati in alcuni casi, con Linux preconfigurato.
Una realtà diffusa
Infine, va ricordato che Linux non è più una nicchia fatta di alternativi a tutti i costi, ed il suo utilizzo sta crescendo a passo spedito negli ultimi anni. Specie negli ultimi due, il numero dei suoi utenti è raddoppiato! Linux è alla base di Android, dei Chromebook, gira sui supercomputer più potenti del mondo, nei server web, nei sistemi cloud e in tanti dispositivi smart che usiamo ogni giorno.
Anche chi dice di non aver mai usato Linux in realtà lo utilizza già, magari senza saperlo. E non ha incontrato difficoltà, incompatibilità o limitazioni di alcun genere.
Conclusione
In conclusione, dopo aver esaminato una serie di luoghi comuni od opinioni basate su esperienze passate o prove superficiali, il titolo provocatorio si ribalta: Con Linux ci fai tutto… e in molti casi fai anche prima e pure meglio.
Il consiglio che posso darti, è di provare se non lo hai ancora fatto. Consiglio di partire da Linux Mint o Zorin OS e non da Ubuntu come pensano in tanti.
Il blog ed il canale YouTube di alternativalinux propongono già molti tutorial passo passo, per principianti, proprio per l'installazione e utilizzo di questi due popolarissimi sistemi operativi.
Riassumendo: scarica il file ISO per l'installazione e prepara con Rufus una chiavetta USB. Avvialo proprio da USB e verifica che tutto funzioni: USB, Bluetooth, WiFi, webcam... Poi installalo in doppio avvio insieme a Windows, per scegliere ogni volta che lo accendi il sistema da usare e senza necessità di essere drastico. Se hai un computer potente e con tanta RAM, provalo anche anche in una macchina virtuale con VirtualBox ad esempio.
Solo così ti rendi conto che molti luoghi comuni appartengono al passato. Potresti diventare il prossimo degli utenti che mi ringrazia per il mio impegno nel diffondere questi temi, pentendosi soltanto di non averlo provato prima.
Ciao Dario, è vero anche io la pensavo così, ma ho fatto come dici tu e sto provando ad utilizzare giorno dopo giorno mint per fare le cose di tutti i giorni che normalmente faccio con windows.
Pian piano mi sto appassionando, ma sono convinto che solo un pò per volta sia il metodo giusto. Passare drasticamente da un sistema all’altro può spiazzare e creare delusione o pentimento.
Io da appassionato e da tecnico ci ho sempre dedicato del tempo da anni e devo dire che oggi è tutta un’altra storia. Ormai è diventato semplicissimo installarlo e addirittura con virtualbox mi sto provando tutte le distribuzioni esistenti per vedere le differenze e capire quale faccia al caso mio. Anche se, dietro tuo preziosissimo consiglio, ho mint in dual boot con windows e lo uso come distro di riferimento in quanto ci ho già famigliarizzato essendo a mio e tuo parere il più confortevole.
Grazie per la competenza e la passione con cui trasmetti a noi la voglia di provare a vedere che c’è la luce oltre la finestra di Microsoft.
Alessandro B.
Ciao Alessandro, un invidiabile caso di successo il tuo. Dovuto alla curiosità e alla voglia di mettersi in discussione, disposti ad imparare nuove cose. Ti meriti tutto il meglio che il software libero tipossa offrire! Grazie per la condivisione e gli apprezzamenti.
Buongiorno Dario,
Ho installato LM su un MacBook Air 2010 di mia mamma, visto che era inutilizzabile.
Chiedo un paio di cose:
– come si può vedere all’avvio il processo di avvio? Li è tutto buio.
– ho provato ad installare la applicazione Spotify ma non si avvia.
È vero che si può usare, ma le applicazioni spesso sono fatte male oppure bisogna studiare come risolvere questi problemi, alla fine qualche tocco di tastiera sul terminale bisogna metterlo in conto. Complimenti per il tuo lavoro!
Ciao Andrea, di regola tenere premuto Maiusc o Esc dopo il logo di avvio del PC, è sufficiente a mostrare l’interfaccia del menu di GRUB. Su Spotify non ho la minima esperienza. Penso che il forum del software o di Linux Mint siano il posto migliore dove condividere esperienze in cerca di soluzioni.
Ciao Dario,
aggiungo al tuo solito ottimo articolo qualche precisazione per quanto al mondo CAD. Lo uso da anni in modo professionale e quando passai a Linux, cinque anni fa, fu l’unico ambito software che mi richiese un po’ di più tempo per essere operativo al 100%. Per tutto il resto confermo di non aver perso nemmeno un giorno di lavoro!
Per quanto ai sistemi CAD, ho provato tutti i principali open source disponibili, ma se si è abituati a quelli delle software house blasonate e arcinote, hanno tutti dei grossi limiti nella pratica operativa. Limiti talvolta insormontabili che ti costringono ad un workflow veramente scomodo (o di fatto impossibile).
Ma la soluzione l’ho trovata…
È un po’ un compromesso, lo ammetto, ma è comunque molto (ma molto!) migliore sia dei software open source che di quelli blasonati: si chiama BricsCAD di Bricsys!
È un software proprietario, pertanto è a pagamento, ma è disponibile per Windows, Mac e Linux; è praticamente identico (quando non addirittura superiore!) al CAD più noto e diffuso ma, soprattutto, è ancora disponibile in licenza perpetua (gli altri ormai vanno tutti in abbonamento e a costi pazzeschi) e a costi decisamente da esseri umani, cosa per me fondamentale! Tra l’altro acquistando una licenza, è possibile installarla su due postazioni (anche con diverso s.o.) a patto di non usarle contemporaneamente.
Grazie mille per i tuoi sempre ottimi articoli!
Marco
Corretto quel che dici.
Io iniziai con Linux nel 1999 ( Mandrake 7.0 ) e di CAD utilizzabili in ambito lavorativo, poco o nulla c’era di veramente valido e Autocad Like. Feci da beta tester per Progesoft quando decise di produrre il proprio ProgeCAD per Linux, ma si rivelò un esperienza molto breve. Nel tempo sono usciti i vari Bricscad, Ares Commander, e da quest’anno anche GstarCAD ( https://www.youtube.com/watch?v=CUBrc1BRf4E anche se per ora non l’ho visto a listino ) e qualche altro. Per chi come me è un Geometra, ma potrebbe anche essere un ingegnere oppure un architetto, al momento mancano dei software topografici, per il calcolo strutturale, persino Pregeo e DOCFA ( che necessitano di salire sul desktop del territorio ) che funzionano solo su Windows. Ormai sono passati anni da quando tentai di farli funzionar su Wine, ma l’unica soluzione praticabile fu quella di usare Virtualbox con Windows.. Si, provai a virtualizzare anche ReactOS, ma non funzionavano lo stesso. In sostanza il buon Linux ( Uso Ubuntu anche in ambito lavorativo ) è largamente utilizzabile in quasi tutte le operazioni d’ufficio, però un pc con Windows comunque lo devo tenere.
in ogni caso, bell’articolo.
Ciao
Cad e modellazione sono sempre stati al di fuori delle mie competenze. Oltre il commerciale BricsCAD mi hanno parlato bene di BonsaiBIM ma non so se preveda calcoli strutturali.
Ciao Marco, grazie per il tuo apprezzamento e per la condivisione dell’esperienza e per le segnalazioni di software di cui spesso mi chiedono ma sono totalmente inesperto. Condivido anche l’apprezzamento per politiche commerciali non arroganti e “schiavizzanti”.
Ciao Dario, dopo tante esitazioni mi sono deciso e sono ormai due anni che uso eslusivamente Linux su tutti i miei PC; ho scelto una distribuzione facile e stabilissima, Linux Mint LMDE 6 (tra poco aggiornerò alla versione 7); in due anni non un problema che sia uno; nessun crash, macchine divenute improvvisamente affidabili e veloci … e configurabili/personalizzabili in ogni aspetto … e lo uso tutti i giorni per lavoro (ad esempio Libreoffice, Thunderbird, pdfArranger, Zoom) per navigare (Firefox, Chrome), per fare editing audio (Audacity) ed editing video (Shotcut, Avidemux) e per intrattenimento (ad esempio, con Netflix, VLC) e per tanto altro.
E’ vero, ogni tanto (raramente) si deve usare la riga di comando, ma in rete si trovano guide ed indicazioni per fare tutto bene .
Quanto alle “poche applicazioni”, oggi è vero semmai il contrario: capita spesso di dover scegliere tra diverse applicazioni e questo, soprattutto all’inizio, può disorientare.
Insomma, sono molto, molto soddisfatto e credo che non tornerò mai più a Windows.
Augusto
Ciao Augusto, anzitutto ho lontani parenti nel modenese (Fanano) con il tuo stesso cognome.. magari abbiamo discendenze comuni 🙂 Ti ringrazio per la condivisione delle attività che riesci a soddisfare con software libero e soprattutto quella sulla molteplicità di scelte. Lo credo che non hai esigenze di adottare nuovamente Windows come sistema operativo per le attività quotidiane.
Ciao Dario. In effetti dal titolo è la solita classica risposta di chi usa Windows. Io ormai uso da alcuni anni LMDE6, e da poco passeremo a LMDE7. Il vero problema di Linux sono le applicazioni a livello professionale. Poi vorrei vedere anche solo nel ritocco fotografico quanti spenderebbero dei soldi per photoshop ritoccando delle foto col telefonino. Oppure quanti conoscono tutte le funzioni di Microsoft office che ha un manuale alto come la bibbia. E acquistarlo per scrivere una banale lettera? L’unica cosa che forse rimprovero a Linux sono i driver Nvidia proprietari che sono ostici da installare, o quantomeno non immediati come su Windows. Su Linux Mint questo problema non esiste perchè la gestione Nvidia è nel sistema operativo. Su windows c’è una applicazione gratuita per la gestione dei file Pdf semi-professionale “PDFGear”, mentre su linux occorre ovviare con altre applicazioni di cui non sono proprio soddisfatto. Tralascio però il fatto che anche su Linux ci sono delle applicazioni professionali a pagamento che vengono prodotte in multipiattaforma dallo sviluppatore, ma questo contraddice un pò lo spirito open source gratuito di Linux. Se non sbaglio la Cina sta perfezionando il suo sistema operativo di stato che è basato proprio su Linux e per le note vicende geopolitiche stanno abbandonando Windows negli uffici pubblici e nel governo cinese per garantire l’indipendenza tecnologica. Ed in Cina sono più di un miliardo di persone. E non solo la Cina.
Ciao Giovanni, in effetti spesso è la quantità di funzioni ad influenzare il giudizio su di un software, indipendentemente dal fatto che si usino. Chi passa a Linux apprezza molto che un lettore pdf non abbia un file di installazione da 1,5 GB. Con Krita, GIMP, Inkscape, LibreOffice Draw e Kdenlive ho sostituito i miei programmi Adobe di uso quotidiano. Li ho dovuti studiare ma oggi sono efficientissimo. Ad NVIDIA hanno sempre rimproverato chiusure e si stanno adeguando. Indipendenza tecnologica è un termine sorto negli ultimi anni, spero che il sentimento si faccia sempre più strada.
Ciao Dario 😀 , articolo interessantissimo. Personalmemte ho iniziato con Linux Mint Cinnamon 18.1 Serena installato su un portatile Asus risorto così a nuova vita; con Win esso era inutilizzabile. Con 18.1 andava tutto alla perfezione. Qualche guaio per me, però, inizio’ con 19 perché non c’era più verso di stampare con una Epson in rete (problemi di Kernel, credo). Sono stato assednte alcuni anni, ora ho un HP Laptop 15-bs0xx che sotto 22.2 Zara Cinnamon è velocissimo, una vera scheggia; ma permangono i problemi di stampa in rete. Uso una Epson Work Force WF-5690 ma non c’è verso. Essa, via porta USB stampa a meraviglia mentre in rete LAN: niente da fare. Il PC la vede, la carica, ma non stampa e non c’è verso di riuscirci scaricando i driver dal sito Epson né lasciando che il PC cerchi da solo il driver. Naturalmente non ti chiedo una soluzione, né a te né ad altri in questa sede. Sui gruppi e sui blog, del resto, non ho tempo di andare a cercare. Pazienza. Continuerò a stampare via porta USB, ma è molto seccante perché per il resto Mint è un incanto. Grazie
Ciao Carlo, ho cominciato con Sarah quindi condividiamo in pratica la stessa esperienza. Talvolta il kernel fa scherzi ma Mint consente di selezionarne un altro supportato con un paio di click. Quanto alla stampa, il mix di driver, stampa senza driver e CUPS, può effettivamente creare problemi che non fanno bene all’immagine di Linux.
Girando la frittata, Windows è davvero l’incubo di un admin. Dover ragionare per forza da interfaccia per tante cose, interfaccia poi fatta davvero da cani, è snervante. E soprattutto, Linux bsd e il resto del foss è l unico software che ha l’interesse ha essere compatibile con altri programmi e formati. Gli altri no, così paghi. Sono dieci anni e non ho mai compreso le lagne dei fanboy Windows. E mica solo io, mio padre di 70 anni va avanti su un Asus antidiluviano con un centrino dal 2018 con Linux lite…
Ottimo Ed, comprendo perfettamente le differenze esigenze sui differenti versanti del software e le possibilità offerte da sistemi che non ti vendono niente.
Non posso che concordare: da anni ho completamente abbandonato Windows sia su desktop che su notebook, passando a Manjaro (distro basata su Arch, rolling release, KDE), dopo averne testate una bella quantità.
Tutta un’altra cosa per stabilità, reattività e pure semplicità d’uso (una volta presaci confidenza, ovviamente).
Grazie Paolo per la condivisione. Manjaro è una distro che smonta anche il luogo comune della difficoltà nel gestire una Arch.