Indice articolo
- 1 Le novità rimandate
- 2 I kernel finora adottati da Linux Mint
- 3 Cambio di strategia legata ai rilasci kernel
- 4 Un po' di blu nei temi Mint-Y e nei flatpak
- 5 Da libAdwaita a libAdapta per supportare i temi nelle app GTK
- 6 Fine del ciclo di vita di Linux Mint 20.x
- 7 Fingwit: autenticazione con impronte digitali
- 8 Hypnotix: due nuove modalità
- 9 Installazione OEM di LMDE 7
- 10 Le maggiori novità di LMDE 7 Gigi
- 11 Altre novità in Mint 22.2 Zara e LMDE 7 Gigi
- 12 Aggiornamento a Mint 22.2 e LMDE 7 da versioni precedenti
- 13 Cenni sull'utilizzo di Mint 22.2 e LMDE 7
- 14 Riepilogando
Recensione Linux Mint 22.2 e LMDE 7 (Linux Mint Debian Edition). Vediamo le novità introdotte e quelle attese per il futuro di uno dei sistemi operativi più apprezzati da principianti e non del pinguino.
Lo dico subito prima di avviare la mia recensione di Linux Mint 22.2 e LMDE 7. Mint continua ad essere il mio sistema operativo e a meritare il mio massimo apprezzamento tra le distribuzioni desktop. Ma realizzo un unico articolo per le due nuove versioni dei sistemi operativi, perché le novità visibili sono poche e a mio parere trascurabili. Ve ne sono però alcune rilevanti per il futuro del progetto che meritano di essere citate.
Le novità rimandate

Rispolverando infatti i post pubblicati mensilmente nel blog di Linux Mint nel 2025, scopriamo novità che non hanno fatto in tempo ad essere mature per i più recenti rilasci.
In marzo Clement Lefebvre, responsabile del progetto, riferiva dell'avvio di una ridefinizione del menu di Cinnamon. Dovrebbe essere rilasciato con Mint Cinnamon 22.3 a fine anno. Anche il post di inizio ottobre aggiunge interessanti indicazioni anche sulle impostazioni del nuovo menu.

Come sempre però, le novità introdotte nell'edizione Cinnamon saranno trasferite, appena disponibili, anche all'edizione LMDE per l'intero suo ciclo di vita.
Supporto input locale Wayland
Un'altra attesa novità non ce l'ha fatta ad essere rilasciata con Mint 22.2 Cinnamon e LMDE 7. Parlo del supporto Wayland per le tastiere non in lingua inglese.
Anche questa debutterà verosimilmente con Mint 22.3. Il team ha però chiarito che solo con Mint 23 potremmo attenderci sessioni Wayland predefinite in luogo di quelle X11.
Nel post di ottobre infatti Lefebvre mostra una gestione completamente nuova degli input di tastiera. È adesso previsto l'affiancamento di metodi tradizionali insieme a quelli più nuovi legati ad alfabeti e motori di input differenti da IBUS.

I kernel finora adottati da Linux Mint
È invece importante notare nel post del primo marzo l'annuncio relativo ad una nuova strategia di rilascio del kernel. Limitatamente però alle edizioni di Linux Mint su base Ubuntu. Come accennato nel tutorial Gestione del kernel in Linux Mint, negli ultimi 10 anni circa, la distribuzione ha adottato soltanto kernel LTS, a lungo supporto.
Questo approccio ha sempre garantito la compatibilità di un dato computer sia alla versione maggiore, cioè a cifra tonda, che alle .1, .2 e .3. E ciò senza il rischio di spiacevoli sorprese. E con la certezza di ricevere correzioni e soluzioni a problemi di sicurezza in tempi rapidi per l'intero ciclo di vita di 5 anni.
Tale stabilità ha però limitato le possibilità di ricorrere a Linux Mint con hardware commercializzato dopo il rilascio di una nuova versione maggiore. Almeno fino al rilascio della maggiore successiva. Si poteva ricorrere all'edizione Edge, solo per Linux Mint Cinnamon, rilasciata tramite apposita immagine ISO, con un kernel c.d. mainline più recente. Edizione che non sarà più prevista.
Cambio di strategia legata ai rilasci kernel
Il team ha infatti deciso che a partire da Mint 22.2 il sistema sarà rilasciato con il kernel definito HWE (HardWare Enablement). Questo è tipico di Debian e derivate, ma supporto e aggiornamenti sono però garantiti solo per poco più di 6 mesi. Il nuovo kernel predefinito 6.14, con cui sono distribuite le ISO di Mint 22.2 sarà supportato fino a gennaio 2026. Questo consente, secondo il team, il supporto per le più recenti innovazioni delle architetture AMD oltre ad altre novità.

Nella finestra Visualizza kernel di Gestore Aggiornamenti, gli utenti di Mint 22.2 troveranno anche il ramo 6.8 LTS. È applicabile con un click e sarà supportato fino al 2029.
Nessun problema sorgerà dopo il termine di supporto del kernel 6.14 o se installi Mint 22.2 quando questo sarà terminato. Mint prevede un meccanismo di ripiego. Mi spiego meglio: avevo applicato a Mint 22.1 il kernel 6.11. Salvo poi scoprire che problemi sopraggiunti in VirtualBox erano dovuti all'applicazione automatica del 6.14 con cui tale software ha ancora problemi.
In parole povere, dopo gennaio, basterà aggiornare subito una nuova installazione di Mint 22.2 per ritrovarsi applicato il prossimo kernel HWE se non il 6.8 LTS.
Un po' di blu nei temi Mint-Y e nei flatpak
Gli utenti abituali di Mint e LMDE potrebbero non notare un'altra impercettibile novità. È introdotta una piccola variazione del tono di grigio dei temi Mint-Y. È stato aggiunto un po' di blu per farlo apparire più freddo e metallico piuttosto che neutro. E ciò, secondo Clem, è in linea con le tendenze più attuali di design di interfacce grafiche anche di altri ambienti desktop.
Sempre in tema di colori, il team è intervenuto per estendere il supporto dei c.d. accenti di colore del tema selezionato dall'utente, anche ai programmi installati in formato flatpak che ricorrono alle tecnologie di sviluppo legate non solo all'ambiente Cinnamon ma anche a quelli MATE e Xfce.
In breve, le applicazioni flatpak che condividono il loro aspetto con GNOME e gli ambienti citati, si integreranno meglio nel sistema, risultando più coerenti anche con le applicazioni native.
Da libAdwaita a libAdapta per supportare i temi nelle app GTK
Un aspetto di novità cruciale coinvolge Mint 22.2 Cinnamon e LMDE 7. All'apparenza è solo teorico e tecnico ma vi sono implicazioni rilevanti per il futuro della distro, di Cinnamon e per la libertà dei suoi utenti di applicare temi ufficiali e di terze parti.
Nella primavera 2024 ho pubblicato un articolo dal titolo Adwaita, Flatpak e il futuro di Linux Mint citando una dura presa di posizione del team di Linux Mint nei confronti di nuove strategie nello sviluppo dell'ambiente GNOME e delle sue tecnologie. Parlo di librerie, raccolte di funzioni riutilizzabili dagli sviluppatori, ed in particolare di quelle note come librerie GTK.
Una presa di posizione che non ha trovato solo il progetto Mint a sostenerla ma anche e in modo persino più drastico il team di Pop_OS! che ha sviluppato il proprio ambiente desktop Cosmic senza più dipendere da GNOME.
Il progetto GNOME, con una netta separazione tra aspetto e funzionalità del proprio ambiente, ha di fatto rimosso ogni possibilità per l'utente di modificare il tema delle applicazioni. Ciò si ripercuote non solo su Mint e Cinnamon ma anche sugli ambienti MATE e Xfce e per tutte le distribuzioni che li adottino.
Alcuni utenti hanno visto in questo un tentativo da parte di GNOME di bloccare il loro ecosistema di app al solo ambiente GNOME. Tuttavia, da GNOME sostengono che i temi riducano la qualità delle applicazioni.
In soldoni, le applicazioni derivanti dal progetto GNOME, al di fuori di tale ambiente desktop, rischiano di apparire del tutto estranee nelle distribuzioni che ancora consentono all'utente la personalizzazione grafica.
Affrontando un impegno che richiederà verosimilmente sforzi anche in futuro, Linux Mint ha sviluppato e manterrà aggiornata una versione alternativa della libreria "incriminata" libAdwaIta, dal nome libAdapta. In questo modo e a beneficio di altre distribuzioni che vorranno adottarla, le più recenti applicazioni native GNOME potranno ancora essere compatibili con il tema scelto dall'utente, garantendo un aspetto uniforme con il resto dei software e delle finestre.
Fine del ciclo di vita di Linux Mint 20.x
Cito rapidamente anche il post di inizio giugno 2025 di Lefebvre per ricordare agli utenti di Linux Mint 20, 20.1, 20.2 e 20.3 che sono già trascorsi i 5 anni nei quali esse ricevono aggiornamenti di sicurezza.

È bene sottolineare ancora una volta che tali versioni di Mint sono ancora funzionanti ma insicure ed esposte a gravi vulnerabilità perché il team non fornisce più aggiornamenti da mesi. Se tieni alla sicurezza di ciò che fai al computer con Mint, anche solo per il controllo di posta elettronica o del saldo del conto corrente, è bene che ti affretti.
Effettua un backup dei tuoi dati, anche con Strumento di Backup, scarica la ISO di una versione 21 o 22 ed installa da zero il sistema. Resterai al sicuro rispettivamente fino a primavera 2027 e 2029 e potrai riportare in un istante i tuoi dati dal backup, con il medesimo strumento.
Ti sconsiglio vivamente di passare attraverso tutti gli aggiornamenti di versione maggiore e lo fa anche il boss del progetto. Il passaggio ad una versione maggiore successiva è infatti lentissimo, delicato e talvolta presenta problemi che non si incontrano con una installazione pulita.
Fingwit: autenticazione con impronte digitali
Una novità visibile in Linux Mint 22.2 e LMDE 7 è una nuova utilità che si trova nel menu alla categoria Amministrazione. Il software Fingwit, tradotto in italiano in Impronte digitali, consente la mappatura delle impronte e di ricorrere al riconoscimento biometrico per il login, lo sblocco dello screensaver e per le comuni operazioni di amministrazione come l'installazione di nuovi programmi, la modifica delle impostazioni Firewall ecc.
Questo aspetto sarebbe interessante ma si scontra con un limitato supporto dei sensori biometrici sia con la libreria interessata libfprint sia da parte del kernel Linux che da anni non pare credere molto in questa tecnologia.


Ho infatti potuto provare due differenti computer Acer Swift 5 e Thinkpad T470 dotati di sensori biometrici, scoprendo che essi non sono supportati rendendo l'applicazione inservibile.
In entrambi i casi l'output dei comandi lspci e lsusb non pare mostrare alcun sensore di impronte e non mi è possibile tentare un differente approccio per il riconoscimento. Considerato anche che non sono computer miei 🙂
L'ultima volta che sono riuscito a far funzionare un sensore di impronte è stato con Mint 19 in un vecchio Acer Travelmate 7770, tramite l'applicazione Fingerprint GUI, progetto abbandonato da anni.
Hypnotix: due nuove modalità
Gli utenti di Mint 22.2 e LMDE 7 potranno ricorrere a due nuove modalità di visualizzazione nell'applicazione Hypnotix per la visualizzazione in streaming di TV di tutto il mondo.
Alla modalità a tutto schermo, attivabile e disattivabile anche con il tasto F11, viene aggiunta una modalità teatro, gestibile con F6 che amplia lo spazio dell'immagine all'intera finestra mantenendo solo i controlli principali ed una modalità senza bordi che si gestisce con F7.
La finestra di Hypnotix non può essere rimpicciolita più di tanto, ma diventa gradevole se messa sempre in piano con la modalità senza bordi.
Installazione OEM di LMDE 7
Migliora la procedura di installazione di Linux Mint Debian Edition che prevede una nuova modalità di installazione OEM.

Tale meccanismo consente di installare stabilmente il sistema operativo, lasciando all'utilizzatore finale l'impostazione dei propri dati geografici e le credenziali di accesso.
Questo accorgimento semplificherà la commercializzazione di computer con LMDE preinstallato.
Le maggiori novità di LMDE 7 Gigi
La più rilevante novità di LMDE 7, che segue da vicino le politiche Debian è l'abbandono del supporto per computer a 32-bit come dettato dal rilascio stabile di Debian 13. Gli utenti di LMDE 6 a 32bit avranno ancora poco tempo, forse poco più di un mese per trovare una soluzione alternativa.
Altre maggiori novità di LMDE 7 Gigi, che condivide il proprio aspetto con la sorella Cinnamon, si trovano anzitutto nella disponibilità di versioni di software aggiornate all'uscita di Debian 13 in agosto e quindi molto più recenti rispetto a quelli rilasciati con Ubuntu 24.04 e Mint 22 e 22.2.
Il kernel di LMDE 7 è il 6.12 LTS rispetto al 6.1 di LMDE 6. Poi troviamo ad esempio preinstallata la suite LibreOffice nella versione 25.2 anziché 24.2. Tramite il centro software Gestore Applicazioni, gli utenti di LMDE 7 potranno installare dai repository ufficiali anche software come Gimp 3.0.4 o Inkscape 1.4, senza necessità di ricorrere alle versioni flatpak che non sono verificate dal team di Mint.
Altre novità in Mint 22.2 Zara e LMDE 7 Gigi
Gestore Applicazioni è stato aggiornato sia in LMDE che Mint 22.2 per mostrare maggiori informazioni sulle differenze tra i pacchetti definiti di sistema e quelli flatpak.

Ricordo ancora che molti flatpak sono stati nascosti da Gestore Applicazioni a partire da Mint 22 escludendo quelli il cui autore non è verificato come ad esempio Google Chrome il cui autore è ignoto.
Nelle Preferenze di Gestore Applicazioni, anche se campeggia un avviso di sicurezza, è possibile riattivare la visualizzazione e installazione di tali software a proprio rischio e pericolo.
La pagina con le novità di Mint 22.2 nel sito ufficiale, mostra che per le note Sticky è già garantito il supporto Wayland e che è stata sviluppata una applicazione Android, di nome StincyNotes, non ufficiale ma evidentemente salutata con favore. Questa consente la sincronizzazione tra PC e dispositivo mobile senza necessità di ricorre a software di terze parti come Evernote o SimpleNote.
Aggiornamento a Mint 22.2 e LMDE 7 da versioni precedenti
Ho aggiornato la mia installazione di Mint 22.1 alla 22.2 non appena una notifica di aggiornamento in Gestore Aggiornamenti, mi ha lasciato intendere che Zara fosse stata ufficialmente resa stabile. Successivamente all'applicazione della patch, gli utenti di versioni precedenti di Mint in Gestore Aggiornamenti > Modifica trovano l'opzione Aggiorna a Linux Mint 22.2 Zara.

È bene ribadire, come sottolineato nella procedura, che, specie con hardware datato e con il salto di kernel, un aggiornamento di versione può significare nuovi problemi anche se teoricamente in misura molto inferiore rispetto ad un passaggio ad una versione maggiore successiva.
Il consiglio è sempre di effettuare un backup dei propri dati prima di procedere. In caso di problemi si potrà comunque applicare il kernel 6.8 in luogo del 6.14 con la ragionevole speranza di risolverli.
La procedura richiede alcuni cicli di scaricamento di pacchetti che richiedono pochi minuti anche con connessioni meno performanti. Il riavvio finale consente di completare la procedura e beneficiare delle novità. A seguito dell'aggiornamento ho ritrovato ovviamente tutti i miei dati e le impostazioni di sistema e dei programmi con l'unica eccezione delle fonti software. Gestore Aggiornamenti richiederà infatti se si vuole passare a mirror locali.
Mentre scrivo non è però stato ancora rilasciato lo strumento di aggiornamento da LMDE 6 alla versione 7 ma dovrebbe manifestarsi allo stesso modo, con un aggiornamento per Gestore Aggiornamenti o con una notifica di Rapporti di sistema indicata da un punto esclamativo nello spazio delle applet di stato, quelle monocromatiche sul lato destro del pannello.

Tale procedura è un fiore all'occhiello di LMDE 7 e rende il passaggio di versione molto più semplice e immediato rispetto ad esempio ciò che un utente deve affrontare per aggiornare di versione MX Linux. Non appena essa sarà ufficializzata nel blog di Linux Mint, avremo notizie su quanto tempo ancora gli utenti di LMDE 6 hanno a disposizione prima dell'abbandono del supporto.
Cenni sull'utilizzo di Mint 22.2 e LMDE 7
Come accennato ho aggiornato la mia installazione di Mint 22.1 alla 22.2 senza incontrare alcun problema. Quanto alle edizioni MATE e Xfce e per il momento anche LMDE 7, le ho testate discretamente ma solo in sessioni Live e poi tramite installazioni in macchina virtuale.
Segnalo che a differenza di Linux Mint 22.2, LMDE 7, in sessione Live da USB non ha riconosciuto chip Bluetooth, WiFi e scheda di rete LAN del mio portatile Tuxedo. Ciò conferma che le distribuzioni su base Ubuntu con i relativi driver sono ancora molto più abbordabili per un nuovo utente Linux.
Un altro punto a favore delle edizioni su base Ubuntu è rappresentato dal software di installazione Ubiquity che riconosce automaticamente i sistemi operativi già installati, offrendo la possibilità di affiancamento automatico.

Tale possibilità non è disponibile nel meccanismo di installazione Calamares che LMDE eredita da Debian, il quale prevede l'utilizzo dell'intero disco o le opzioni di partizionamento manuale.
Posso inoltre rilevare che a parità di requisiti hardware con le versioni precedenti, il comportamento di Mint 22.2 e LMDE 7 infatti non cambia. Misurazioni nelle differenti release mostrano comunque che l'impegno di risorse di Cinnamon è ormai minimamente superiore a quello delle edizioni MATE e Xfce, nell'ordine dei 200 MB di RAM in meno per Xfce rispetto a Cinnamon.
Con l'abbandono delle architetture a 32-bit e la progressiva sparizione di computer dotati di meno di 8 GB di RAM, una qualunque tra di esse dovrebbe restituire un'esperienza di uso molto simile e nettissimamente superiore a quella che si ha nel medesimo computer con Windows 10 o 11.
Riepilogando
Riepilogando le novità di Mint 22.2 e LMDE sono rilevanti per lo più per le versioni di kernel adottate. La scelta del kernel HWE per le edizioni su base Ubuntu, consentirà di utilizzarle anche con hardware commercializzato molto di recente. Se ciò può significare sopraggiunte incompatibilità, gli utenti avranno ancora la possibilità di applicare in modo assai semplice quello 6.8 che sarà supportato fino al 2029.
LMDE 7, in linea con le politiche di rilascio di Debian 13 non prevede più una ISO per computer a 32bit e oltre a permettere un aggiornamento dal kernel 6.1 al 6.12 consente di trovare nei repository ufficiali software in versioni molto più aggiornate anche rispetto a Mint 22.2.
Ovviamente la possibilità di ricorrere a flatpak dal centro software consente a chiunque, anche per il futuro, di ricorrere alle ultime versioni di tanti programmi.
Non sono molte le altre novità delle nuove versioni anche se alcune sono piuttosto rilevanti non solo per Mint ma anche per altre distribuzioni che adottino Cinnamon, MATE o Xfce come ambiente desktop. Grazie alla nuova libreria libAdapta le applicazioni provenienti dal progetto GNOME che ha eliminato la personalizzazione grafica, si adatteranno ancora ai temi scelti dagli utenti.
Linux Mint si conferma centrale nell'ecosistema delle distribuzioni Linux desktop alla portata di tutti. Non sono solo io a dirlo ma anche, continuamente, la stampa internazionale di settore.
- Linux Mint 22.2 Zara: tutte le novità che rendono il desktop irresistibile (HDBlog)
- Linux Mint 22.2: distribuzione stabile per dare nuova vita ai PC, anche dopo Windows 10 (ilSoftware.it)
- The Wait is Over! Linux Mint 22.2 "Zara" is Here (It's Foss News)
- Linux Mint 22.2 'Zara' makes my favorite distro even better - what's new (ZDNET)
Con i suoi oltre 20 anni sul campo e una popolarità sempre più crescente, il progetto Mint ambisce a rappresentare una alternativa assai semplice da percorrere per chi usa Windows 10 in un computer inadatto a Windows 11 e preferisce cambiare il proprio sistema operativo piuttosto che il proprio computer. Lunga vita a Linux Mint!



Confermo che LMDE 7 è una crema, anzi mi ha risolto un paio di problemucci che avevo con la versione Ubuntu di Mint
Ciao Dario, un ottimo video come sempre! Permettimi, comunque, di fare una piccola osservazione a quanto hai detto su LMDE 7: in realtà, su computer più “anziani” con architettura 64 bit ho notato una maggiore compatibilità hardware rispetto a Linux Mint 22.2 che, proprio come hai detto, si avvale in un kernel HWE che garantisce compatibilità molto alta per i dispositivi più recenti! Questo è quanto ho ravvisato e mi pareva giusto segnalartelo 😀 Un caro saluto!