Firefox introduce termini di utilizzo

Firefox introduce termini di utilizzo. Dopo decenni di onorato servizio, rimuove le garanzie che i dati di utilizzo non vengano venduti e si riserva di apportare modifiche senza bisogno dell'accettazione da parte dell'utente. Vediamo dettagli dell'ultima mossa suicida di uno dei più grandi capisaldi dell'open-source, della trasparenza e dell'alternativa.

Dal 28 febbraio 2025 Mozilla introduce termini di utilizzo per l'utente finale del browser Firefox. Qualcosa di assolutamente nuovo dopo decenni di vita più o meno prosperosa. In pochi giorni ciò ha scatenato un vero putiferio in rete che proprio Mozilla sta cercando, apparentemente con poco successo, di placare.

Termini

Vediamo gli aspetti che hanno destato maggiore preoccupazione e sdegno da parte dei suoi utenti.

Nella sezione definita Diritti e autorizzazioni che tu concedi a Mozilla, si leggeva: "Tu concedi a Mozilla tutti i diritti necessari a far funzionare Firefox, tra cui quello di elaborare i dati come descritto nell'Informativa sulla privacy di Firefox, e di agire per tuo conto per agevolarti nella navigazione in Internet".

Mozilla Firefox termini e condizioni su YouTube
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Anteprime delle nuove condizioni di utilizzo di Mozilla Firefox
Anteprime delle nuove condizioni di utilizzo di Mozilla Firefox

Fin qui quasi tutto bene, non fosse per il seguito: "Quando carichi o inserisci informazioni tramite Firefox, ci concedi una licenza non esclusiva, esente da royalty e valida in tutto il mondo, per l'utilizzo di tali informazioni per aiutarti a esplorare, fruire e interagire con i contenuti online, come da te accettato con l'utilizzo di Firefox.".

Cerchiamo di comprendere. Per garantirti il funzionamento del browser, da oggi Mozilla ha bisogno di raccogliere i tuoi dati di utilizzo come definito nella politica legata alla privacy. Ricerche dalla omnibar, indirizzi digitati, dati relativi all'account e alla modifica di impostazioni. E anche informazioni che "carichi o inserisci tramite Firefox". Definizione palesemente riferita anche a file e documenti che carichi, tramite Firefox, dal tuo dispositivo, sul web per l'utilizzo di servizi online o di archiviazione nel cloud.

La reazione e le modifiche

Le immediate ripercussioni su queste novità hanno indotto, nel giro di un paio di giorni Mozilla a correre ai ripari, modificando i termini di utilizzo e chiarendo: "Il nostro intento era unicamente quello di rendere più chiare possibile le modalità che ci permettono di far funzionare Firefox".

I termini di utilizzo sono stati modificati, ad oggi, come segue: "Concedi a Mozilla i diritti necessari al funzionamento di Firefox. Ciò include il trattamento dei tuoi dati come descritto nell'Informativa sulla privacy di Firefox. Include inoltre una licenza non esclusiva, esente da royalty e valida in tutto il mondo, per fare quanto da te richiesto con i contenuti che inserisci in Firefox. Ciò non conferisce a Mozilla alcuna proprietà su tali contenuti".

Chiarimenti di Mozilla sulle modifiche ai termini e condizioni di utilizzo di Firefox
Chiarimenti di Mozilla sulle modifiche ai termini e condizioni di utilizzo di Firefox

Sparito ogni riferimento alle informazioni caricate o inserite dall'utente! Ma andiamo avanti.

Nelle FAQ di Firefox, fino a pochi giorni fa, si leggeva: "Il browser Firefox è l’unico tra i principali browser a essere sostenuto da un’organizzazione senza fini di lucro che non vende i tuoi dati personali agli inserzionisti e ti aiuta allo stesso tempo a proteggere le tue informazioni personali".

Oggi invece si legge: "Il browser Firefox, l’unico tra i browser principali supportato da un’organizzazione senza fini di lucro, ti aiuta a proteggere le tue informazioni personali". Sparisce ogni riferimento alla vendita di dati personali ad inserzionisti.

Più avanti si leggeva: "Firefox è gratuito? Sì, il browser Firefox è assolutamente gratuito. Nessun costo nascosto o altro. Non paghi nulla per usarlo, in più hai la garanzia che non venderemo mai i tuoi dati personali".

Le FAQ di Mozilla escludevano la vendita di dati personali
Le FAQ di Mozilla escludevano la vendita di dati personali

Oggi si legge invece: "Firefox è gratuito? Sì, il browser Firefox è assolutamente gratuito. Nessun costo nascosto o altro. Non paghi nulla per usarlo". Sparito il riferimento alla vendita di dati personali.

I chiarimenti di Mozilla

Mozilla spiega le ragioni, le traduco: "Mozilla non vende dati che ti riguardano (nel senso in cui la maggior parte delle persone intende per "vendere dati") e non acquistiamo dati che ti riguardano. Abbiamo modificato il nostro linguaggio perché alcune legislazioni definiscono "vendere" in modo più ampio rispetto a quello che la maggior parte delle persone può comprendere di questa parola".

È una mia impressione o Mozilla intende dare degli stupidi ai propri utenti? Della serie che siccome non possono comprendere l'avvocatese, pur continuando nella condotta, è meglio rimuovere quelle definizioni per non creare confusione. Wow!

L'avresti detto anni fa, quando Mozilla promuoveva l'utilizzo di Firefox con cartelloni pubblicitari, con tanto di logo di Google Chrome, in cui si leggeva un riadattamento del messaggio Orwelliano: "Il grande browser ti guarda"?

Firefox: big browser is watching
Firefox: big browser is watching

Persino, Brendan Eich, cofondatore e attuale amministratore delegato di Brave Browser si è espresso su X con l'acronimo W T F che potrei tradurre in "e che cxzz!", riportando la notizia.

Modifiche ai termini

Fin qui potremmo pensare a consuete fumose definizioni a cui ci siamo dovuti abituare dai colossi del web. Tra cui quelle relative alle limitazioni di responsabilità, per le quali ti prendi il software così come è, a tuo rischio e pericolo e senza alcuna garanzia. Ma proseguire la lettura non aiuta. Magari non te lo aspetteresti da una organizzazione no profit come Mozilla.

Più avanti, infatti, alla sezione Mozilla può aggiornare i presenti Termini, leggiamo testualmente: "Di tanto in tanto, Mozilla può decidere di aggiornare i presenti Termini. I Termini aggiornati verranno pubblicati online. L'uso continuato di Firefox implicherà l'accettazione di tali modifiche".

Certo, i termini di utilizzo possono essere modificati da Mozilla. Ma non verrai informato se succederà. Se sei diligente ed interessato a ciò che permetti di fare in cambio dell'utilizzo gratuito di Firefox, dovrai tenere sotto controllo la pagina web. Perché a Mozilla basterà che tu continui ad utilizzarlo. Mozilla parifica la tua prosecuzione nell'utilizzo del browser ad una accettazione delle modifiche. Senza però che tu abbia davvero accettato qualcosa.

Ora io non sono un esperto di diritti legati alla privacy o al GDPR ma qualche dubbio di compatibilità con le normative europee di questo assetto mi viene. Non è gradevole scoprire che un caposaldo del software open-source, della trasparenza, della privacy e lotta ai colossi del trattamento dati mi informi, nella sezione Risoluzione dei termini di utilizzo, che "Mozilla può sospendere o revocare l'accesso di qualunque utente a Firefox in qualsiasi momento e per qualunque ragione".

Dietro tutto c'è l'IA?

Questo drastico cambiamento e il relativo putiferio, ad essere davvero buoni, dimostra rilevanti difetti nella comunicazione di Mozilla. Perché se come chiarito, le cose sono sempre state così ma i nuovi termini di utilizzo miravano alla trasparenza e tranquillità dei propri utenti, non pare che le cose siano andate secondo i piani.

Ma molti sostengono che il tutto potrebbe essere legato all'enorme valore che oggi i dati rivestono per l'addestramento di modelli di intelligenza artificiale. E che quindi Mozilla vorrebbe sfruttare il capitale delle informazioni dei propri utenti per trarne benefici.

Anzi proprio Mozilla giorni fa scriveva, traducendo: "L'impatto e la sopravvivenza di Mozilla dipendono dal rafforzamento simultaneo di Firefox E dalla ricerca di nuove fonti di entrate E dalla manifestazione della nostra missione in modi nuovi". Nello stesso articolo si legge dell'intento di "sviluppare un'intelligenza artificiale affidabile e open source".

I chiarimenti alla rivista TechCrunch

Incalzati dalla autorevole rivista TechCrunch su questo punto, Mozilla ha risposto, traducendo: "Questi cambiamenti non sono guidati dal desiderio di Mozilla di utilizzare i dati delle persone per l'IA o venderli agli inserzionisti. Come indicato nelle Condizioni d'uso, chiediamo l'autorizzazione all'utente per utilizzare i propri dati per utilizzare Firefox ‘come indicato con l'uso di Firefox. ’ Ciò significa che la nostra capacità di utilizzare i dati è ancora limitata da ciò che divulghiamo nell'Informativa sulla privacy". 

Mmm. Dal momento che l'enciclopedia Treccani ha sdoganato l'uso del termine mi domando: è una supercazzola? Perché l'Informativa sulla privacy afferma che Firefox potrebbe raccogliere dati tecnici e di interazione su come vengono utilizzati i chatbot AI.

Il portavoce di Mozilla chiarisce a TechCrunch che "se gli utenti scelgono di aderire per utilizzare chatbot AI di terze parti con Firefox, la terza parte elaborerà i propri dati in conformità con le proprie politiche".

Ma se questo pare riversare sul servizio terzo le responsabilità di come sono usate le informazioni fornite dall'utente, nulla è chiarito relativamente al fatto che qualunque informazione digiti o carichi con Firefox, viene usata da Mozilla per "far funzionare" il browser.

L'articolo di TechCrunch contiene molte informazioni che, su richiesta di Mozilla, sono state ulteriormente modificate sull'accaduto. Ti invito a verificarle per avere la maggiore chiarezza possibile sull'accaduto, secondo le fonti ufficiali.

Termini e condizioni utilizzo Firefox: l'articolo di TechCrunch
Termini e condizioni utilizzo Firefox: l'articolo di TechCrunch

Tempi sempre più duri per Mozilla

Precedenti discutibili sulla gestione di Mozilla ce ne sono. Fece notizia il c.d. premio produzione di 7 milioni di dollari, riconosciuto nel 2023 all'amministratore delegato per l'apparente merito di aver contribuito a portare il browser Firefox dal 33% di quota di mercato al 3,35%. Oggi va ancora peggio.

Ora è vero: tutto ciò che non è Firefox, nell'ambito dei browser web è per lo più basato su Chromium, la base di codice sorgente open-source su cui Google cuce le specificità del browser proprietario e closed-source Chrome. Per queste ragioni qualcuno sostiene che l'unica vera alternativa per un futuro del web non plasmato esclusivamente dal colosso di Mountain View, possa solo essere Firefox.

Da'altra parte, come detto, in 15 anni Firefox ha perso circa 60 milioni di utenti ed è praticamente tenuta in vita proprio da Google, con cui ha un accordo dal 2021 per impostare come predefinito tale motore di ricerca all'interno di Firefox. E proprio Google contribuisce a circa l'85% delle entrate di Mozilla con oltre 500 milioni dollari annui.

Cifra che per impostare un motore di ricerca in un browser utilizzato su poco più di 2 dispositivi ogni 100 appare alquanto ingiustificata a livello finanziario e forse più orientata a mantenere in vita Mozilla e Firefox per garantirsi l'esistenza di un concorrente fantasma. E per limitare rischi di azioni a tutela della concorrenza contro il monopolio di fatto. Insomma c'è una vera alternativa a Google Chrome? È Firefox? O lo saranno Brave, LibreWolf o l'emergente Ladybird?

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7 commenti su “Firefox introduce termini di utilizzo”

    • Non solo, floorp, Mullvad, Pale Moon. Ho citato Brave e LibreWolf perché più rispettosi della privacy per default. Lo dicono test independenti automatizzati di privacytests.org.

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  1. Il tuo provider ti spia via DNS; se usi il DNS-over-HTTPS ti spiano Cloudflare DoH o Quad9 DoH; se usi una VPN allora è la VPN che ti spia, ti spiava in segreto anche Firefox (ora lo dichiarano esplicitamente). La privacy sul web non esiste. Non esistono birre gratis. C’era Septor Linux che instradava tutto su Tor, ma è inattiva dal 2022. Rimane Tails e Torbrowser che girano dalla chiavetta USB/DVD: ma ti perdi buona parte dei contenuti “gratuiti” di internet.

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    • Senza dubbio non si sfugge al granfe fratello ma si possono limitare le informazioni che contribuiscono alla profilazione personale.

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  2. Ciao. Ho abbandonato Linux Mint e LMDE 6. Che c’entra con la vicenda di Firefox/Mozilla? In due parole: 1- Un mio post SIL forum di Mint è stato cancellato soltanto perché ho osato suggerire di non proporre più Firefox come browser predefinito ma offrirne due o tre tra cui scegliere (io suggerito Brave). 2- Lo stesso è accaduto sulla pagina Reddito di Mint, dove il post non è stato cancellato ma “soltanto” shadowbannato (esiste ma lo vedo solo io). Sono passato a KDE Neon per il laptop e OpenMandriva per quanto riguarda il desktop… e ho bloccato le donazioni ricorrenti sulla mia carta di credito. Grazie per le informazioni che condividi. Mi scuso per utilizzare una mail temporanea ma è per ovvi motivi.

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    • Ciao, capisco e mi duole sentirlo. Da quando l’ho scoperto e testato maliziosamente da sviluppatore, anche io ho adottato Brave.

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  3. Grazie per il tuo lavoro di divulgazione, che mi ha aiutato a lasciare definitivamente Windows. Ti ringrazio anche per avermi dimostrato che anche tu condividi il clima di censura delle opinioni (nel mio caso, dei fatti) visto che non hai pubblicato quanto accaduto al sottoscritto sul forum e sul reddit di Linux Mint, dove entrambi i miei interventi che suggerivano di considerare l’addio a Firefox come browser predefinito sono stati rispettivamente cancellato (Mint forum) e shadowbannato (r/linuxmint). Certo che la cupola di Mozilla deve avere tentacoli un bel pò lunghi… ovviamente, come ieri, ti scrivo usando uno pseudonimo, anche se diverso.

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